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«Perciò io vi dico: qualunque peccato e Imprecazione verrà perdonata agli uomini, ma l’Imprecazione contro lo Spirito non verrà perdonata. A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro.»
Matteo: 12,31-32
Matteo: 12,31-32
La Maledizione |
Lo Zio Giuseppe, un mago lucano che sta
recitando un orazione di Contro-Maleficio,
alla luce di due Candele delle Tenebre.
(dal film: "Sud e Magia" di Ernesto de Martino)
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La Maledizione (detta anche "Imprecazione", "Esecrazione", "Sentenza", "Bestemmia", ecc.), è un’espressione verbale di odio, di rabbia, di ira, di disprezzo nella quale si formula il desiderio di provocare un danno a qualcuno o a sé stessi.
Si tratta a tutti gli effetti di una delle forme più nocive di "fascinazione".
L’Imprecazione è molto simile al Malocchio, con la differenza che quest’ultimo viene trasmesso per mezzo dello sguardo, mentre la Maledizione si trasmette con il solo pensiero, oppure con l’espulsione dell’aria dai polmoni che si attua quando si proferiscono delle parole.
Detto in altro modo si tratta di una "forza occulta" che si sviluppa nello Spirito del fascinatore, si trasmette per via aerea, ed infine penetra nel corpo del fascinato per giungere sino al suo centro vitale.
Come nel Malocchio, anche in questo caso lo Spirito è lo strumento con il quale l’Imprecazione va a segno.
Naturalmente è opinione comune che la Maledizione abbia una potenza enorme se generata da un fortissimo sentimento di rabbia, da un veemente desiderio d’arrecare rovina.
L’emozione (in questo caso negativa) inibisce la mente razionale in modo tale da lasciare alla facoltà dell’immaginazione una libertà completa e spontanea.
Perciò il male desiderato e invocato con vera "rabbia di cuore" precipita inesorabile e fatale sulla persona oggetto dell’esecrazione.
Tutto ciò trova conferma nel seguente proverbio popolare siciliano:
Li gastimi cu vera raggia di cori jùncinu.
Vale a dire: Le Imprecazioni (formulate) con vera rabbia di cuore, giungono a destinazione.
Notiamo brevemente che la Maledizione è detta "gastima" o "jastima" in dialetto siciliano; il termine probabilmente deriva dal verbo spagnolo "lastimar" che significa "ferire, far male".
Secondo la credenza popolare l’Imprecazione raggiunge la vittima se, nel momento della formulazione, un Angelo si trova nei paraggi ed udendola pronunzia la parola "amen" (ammé in dialetto siciliano).
Ciò fa in modo che la Maledizione venga approvata e confermata presso Dio.
Questa superstizione la dice lunga sul modo di concepire il bene ed il male presso il Popolo. Il raziocinio, i concetti, la logica sono spesso messi da parte per far posto all’istinto, all’emozione positiva o negativa del momento.
Un esorcismo praticato su una signora
posseduta da diversi Spiriti Maligni.
(dal film: "Sud e Magia" di Ernesto de Martino)
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Comunque sia, a nostro modo di vedere, gli Angeli non hanno nulla a che fare con le esecrazioni. Sono piuttosto degli Spiriti Maligni, i quali si impossessano dell’anima e del corpo di chi lancia le imprecazioni, ad operare il male. Spesso il cuore dell’uomo viene traviato da queste entità demoniache.
Ma andiamo avanti nella nostra trattazione.
A proposito di fatalità, pare che le esecrazioni femminili abbiano una forza, una potenza tutta particolare. Inoltre è opinione comune che le Imprecazioni lanciate da una madre nei confronti dei propri figli giungano sicuramente a destinazione.
Ciò perché se una donna impreca contro il "sangue del proprio sangue", quest’ultimo deve essere stato così malvagio da meritare la punizione dal Cielo.
In effetti, presso il Popolo, vi è la credenza che la voce di una madre sia la voce di Dio sulla terra.
Questa tradizione riecheggia in un antico proverbio francese che suona pressappoco così: Ce que femme veut, Dieu le veut. (Ciò che donna vuole, Dio lo vuole.)
In aggiunta affermiamo che l’Imprecazione femminile si fa ancor più efficace se formulata con il seno scoperto.
Perciò gli esseri umani (e specialmente le madri), avendo conoscenza della potenza occulta insita nelle loro Imprecazioni, non dovrebbero mai indulgere in questa pratica; anche in considerazione del fatto che le maledizioni possono avere un effetto "boomerang" e ripercuotersi su chi le ha inviate. Ciò è confermato dall’antico detto:
Li jastimi su di canigghia, cu li manna si li pigghia!
Le imprecazioni sono di crusca, chi le manda se le prende!
Ma non solo. Chi impreca in genere è più facilmente vittima delle imprecazioni altrui, poiché si pone su una frequenza energetica di odio e di vendetta. Un po' come dire che chi di spada ferisce, di spada perisce.
L’ideale sarebbe di acquisire l’abitudine di sostituire le Maledizioni con delle Benedizioni, ossia con delle formule che augurano cose buone al prossimo, affinché, se in quel momento il Cielo si trova "aperto", queste possano essere ben accolte ed esaudite.
Infatti, nel catanese, si narra una leggenda nella quale una madre invece d’imprecare contro un figlio ingrato, gli augurava sempre la scoperta d’una chioccia coi pulcini d’oro; secondo la storia così veramente gli accadde.
Un contadino lucano allontana una nuvola
apportatrice di grandine con uno scongiuro.
(dal film: "Magia Lucana" di Luigi Di Gianni)
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Infatti bisogna stare attenti ai propri desideri, specie a ciò che si desidera veramente nel proprio cuore, poiché potrebbero avverarsi.
A tal proposito Epicuro, nel III Secolo a.C., soleva affermare:
"Per ogni desiderio ci si deve porre questa domanda: che cosa accadrà se il desiderio sarà esaudito, e che cosa se non lo sarà?"
Purtroppo gli uomini, in preda allo stress, alla rabbia, all’odio per se stessi e per il prossimo, spesso si lasciano sballottolare dai sentimenti negativi come una nave nella tempesta. Chi riuscirà a sedare tale bufera?
Rimedi contro le Maledizioni
Giacché in Natura per ogni veleno vi è almeno un antidoto, così anche per le Imprecazioni vi sono dei rimedi che hanno il potere di neutralizzare e rendere inefficace l’energia negativa lanciata.
Secondo la tradizione popolare siciliana, la persona oggetto della Maledizione, uditala, deve ripetere tre volte la formula: "Acqua e Sali!".
Dopo di ciò deve sputare tre volte nell’aria. In questo modo, secondo la credenza, essa torna all’innocenza battesimale, e il diavolo non ha più la forza di nuocerle. Le donne nel pronunciare queste parole, e nel fare lo sputo, usano tendere la falda della gonna.
E nel caso in cui la vittima designata non abbia udito la bestemmia?
Ecco una preghiera (una delle tante) per coloro che temono le Maledizioni, nella quale la parola "sintenza" (ossia "sentenza", poiché equiparata ad un ingiunzione di un Tribunale) è sinonimo di "Imprecazione":
Prigammu Maria di la Pruvidenza
Chi nni libbira d’aspira sintenza!
Preghiamo Maria della Provvidenza
Che ci liberi da chi pronuncia sentenza!
Naturalmente la prima forma di protezione dalle maledizioni è la Preghiera.
Un cuore puro, dedito alla preghiera, alla meditazione, che si pasce quotidianamente della presenza di Dio, difficilmente può essere colto da una Maledizione.
Una donna strofina magicamente una mano
su delle pietre per ottenere la guarigione dai
mali che l’affliggono.
(dal film: "Il culto delle pietre" di Luigi Di Gianni)
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Tuttavia nessuno è perfetto su questa Terra, a chiunque succedono dei momenti in cui il cuore è immerso nelle faccende di questo mondo, lontano dalle cose spirituali. Ed è in questi intervalli temporali che si corre il rischio di essere colti più facilmente ed efficacemente da una qualsiasi forma di fascinazione, ivi comprese le Imprecazioni.
Se la Sentenza raggiunge la vittima, l’unica cosa che si possa fare (se non è troppo tardi) è un insieme di rituali di Contro-Maledizione.
Questi rituali non sono altro che delle Preghiere Speciali effettuate quando il "Cielo è Aperto", in modo tale che possano essere ben accolte e trovare eco.
Chiaramente il Mago che opera i riti di Contro-Maledizione dovrà essere un "iniziato a questi Misteri", ciò perché mentre l’imprecatore non sempre è consapevole di ciò che fa, dall’altra parte il Mago deve essere sempre esattamente consapevole di cosa sta facendo e del tipo di energie che si trova a fronteggiare.
E’ comunque sempre assolutamente necessario quello speciale dono che solo il Cielo può concedere, che viene solitamente chiamato "Grazia". Senza la Grazia nulla può essere fatto.
Abbiamo visto pocanzi che anche una madre può lanciare una Maledizione nei confronti di un proprio figlio considerato "ingrato". Tuttavia bisogna considerare che Dio è infinitamente più buono di tutte le madri biologiche messe assieme. Se qualcuna di esse vien meno al suo amore ciò non lo sarà mai per Dio, riguardo alle Sue creature, che Ama e alle quali provvede con tenerezza infinita.
Perciò occorre la Grazia, ossia il favore, il soccorso che Dio ci dona se rispondiamo al suo invito: diventare Suoi figli, partecipi della natura divina, della vita eterna.
Dunque, che la Grazia divina, unico vero fondamento dell’edificio sovrannaturale, possa sempre sostenere i nostri passi.
Si tratta certamente del migliore augurio che si possa fare.
Il Marchese di Carabà
email: m.dicaraba@libero.it
L'industrie et le savoir-faire valent mieux que des biens acquis
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