|
«E domani è San Giovanni,
fratel caro; è San Giovanni.
Su la Plaia me ne vo’ gire,
per vedere il capo mozzo
dentro il sole,
all’apparire,
per veder nel piatto d’oro
tutto il sangue ribollire »
fratel caro; è San Giovanni.
Su la Plaia me ne vo’ gire,
per vedere il capo mozzo
dentro il sole,
all’apparire,
per veder nel piatto d’oro
tutto il sangue ribollire »
(G. d’Annunzio - La Figlia di Iorio)
Celebrare Litha |
Il solstizio d’estate, indicato con il termine Litha, è un momento molto particolare e importante in tutte le tradizioni religiose e in tutte le epoche. Fra il 21 e il 25 Giugno il Sole raggiunge l’apice della sua iperbole, tuttavia dopo questo momento comincerà la sua fase discendente preannunciando il freddo e l’oscurità che avvolgeranno la Terra.
Si conclude la prima metà del ciclo della Ruota dell’anno, inizia una nuova fase durante la quale le forze luminose cederanno il passo alle forze oscure. Sebbene dopo Litha le forze della natura sono ancora al lavoro, frenetiche, lussureggianti, la loro opera rallenterà ogni giorno impercettibilmente, man mano la Terra non abbonderà più di frutti, ma si dovrà vivere della rendita sbocciata a Beltane e raccolta durante Litha per tutto l’anno.
Per questi motivi i temi della festa sono:
L’affermazione dell’energia solare;
Il raccolto esoterico: le erbe;
Il fuoco protettivo.
A questi temi principali, espressi in modo simile in tutte le tradizioni, si affiancano divinità, leggende e piccoli riti diversi secondo le confessioni religiose e i luoghi. Al fine di offrire spunto per una celebrazione il più possibile vicina alle radici di questa festa e alla particolare «Musica» suonata dalla Terra nei diversi luoghi ho deciso di esporre diversamente dal solito i miei suggerimenti in modo che ciascuno possa utilizzarli per creare un rito personalizzato il più vicino possibile alla propria esperienza del divino.
Ho dedicato particolare attenzione alla preparazione dell’altare e le divinità onorate durante questa festa poiché la loro venerazione dona una luce differente, un tono e un senso unici e irripetibili, frutto delle diverse stratificazioni culturali.
La casa e l’altare
Come per le precedenti celebrazioni anche per la Mezza Estate «vestire» la casa e l’altare secondo la stagione ci aiuterà a entrare in contatto con le particolari energie del cielo e della terra in quel momento.
La fumigazione di Alloro, Salvia
e Cannella è simbolo del Trinfo
della Luce sull’oscurità e dello
spirito divino sull’animalità.
Purificate la casa con bastoncini di erbe fatti di Alloro, Salvia e Cannella.
Mettete nelle stanze quante più candele e bracieri possibili, Litha è la festa del trionfo assoluto della Luce perciò è caratterizzata da una massiccia presenza di fuochi.
Se decidete di festeggiare all’aperto distribuite intorno delle lanterne greche, fiaccole e una gran quantità di bracieri con fascine di rami nei quali siano presenti anche pezzi di quercia.
Vestite l’altare con un telo verde e dorato o dai colori e i motivi decorativi solari. Scegliete suppellettili in tema ed evidenziate il compenetrarsi degli opposti, tema fondamentale di questo Sabba considerato già dagli antichi Celti uno dei tre «Samos» durante i quali le Porte fra i mondi sono aperte ed usate molte ghirlande di fiori e cesti di frutta di stagione.
Abbondate nelle candele specie gialle e dorate. In un angolo mettete una ciotola d’acqua con delle candele galleggianti simbolo sia del Sole che s’inabissa nelle viscere della Terra e rinasce rinvigorito, sia dell’unione fra il Dio e la Dea.
Mettete sull’altare anche una ciotolina con le «nove erbe di San Giovanni» (simbolo del raccolto) e la notte bruciatene una parte durante la celebrazione del rito.
Non dimenticate di decorare l’altare con fiori e frutta di stagione ma soprattutto grano e papaveri rossi.
Offrite anche una parte o, nel caso non sia possibile, il simbolo del vostro personale raccolto.
Le divinità
Secondo le tradizioni, in questa ricorrenza, sono onorate diverse divinità, la cosa che tutte hanno in comune è che rappresentano il Sole che raggiunto il suo apice comincia a discendere fino a entrare nella Caverna Cosmica, perciò fate in modo che le immagini delle divinità da voi scelte stiano all’interno di una piccola grotta, anche simbolica.
La stregheria italiana e S. Giovanni Decollato
Nella tradizione stregonesca popolare italiana San Giovanni Battista, detto anche S. Giovanni Decollato, è il santo onorato e atteso. Secondo la tradizione egli è patrono dell’amicizia e della fedeltà. A causa della sua leggenda S. Giovanni Decollato è patrono anche dell’amore casto (inteso come amore dalle intenzioni pure e lecite) e dell’amore coniugale, infatti, a lui si rivolgevano le fanciulle in età da marito per propiziare l’arrivo di un consorte. Questo Santo è anche annunciatore dello Spirito, della venuta del Dio in Terra (infatti, Litha è, in un certo senso, l’annunciazione di Yule), perciò la tradizione popolare richiede spesso la sua intercessione nei riti di esorcismo.
Se dunque volete seguire l’antica tradizione popolare italiana procuratevi delle raffigurazioni di S. Giovanni, ponete ai suoi piedi:
Le nove erbe;
La Guazza;
Una candela gialla o dorata.
Giano bifronte, antica divinità italica fra passato e presente
Restando in ambito italiano ma andando più indietro nel tempo possiamo rifarci alla tradizione Romana, e nella nostra grotta porremo un’effigie di Giano, il Dio Bifronte, simbolo delle Porte Solstiziali.
Giano in una raffigurazione
alchemica. Il Dio regge in mano
la Chiave dei Segreti e poggia
su due globi, ovvero sui mondi
dei quali è custode.
Il culto di Giano era tale che in epoca Cristiana egli fu assimilato al Cristo.
Mettete ai piedi di Giano:
Una ruota;
Una chiave;
Un bastone;
Un ponte in miniatura;
Una candela gialla o dorata.
La tradizione greca, i messaggeri divini
La raffinata filosofia greca, vide nei solstizi le «Porte dei mondi» degli dèi e degli uomini e sebbene fosse considerato un momento importante, non vi sono tracce di particolari festività celebrate in onore di tale ricorrenza.
Tuttavia, vi sono due divinità che possiamo considerare tutelari di questo particolare momento, si tratta di Hermes e Iride (o Iris), in quanto divinità in grado di viaggiare fra i mondi: infatti, come tutti sanno, entrambi rivestivano il ruolo di messaggeri degli Dei.
In questo altare Iris ed Hermes
sono rappresentati simbolicamente.
Iride è rappresentata da un
Orgonite «Sette Chakra» nella
quale sono presenti i colori
dell’Arcobaleno; Hermes è
rappresentato dal Gallo all’interno
della coppa. Il richiamo al fuoco nella
forma rappresentante Iris e la
presenza del Dio nell’acqua
richiamano il tema della fusione dei
mondi tipico di questa celebrazione.
Hermes in particolare è il Dio dei viaggi, i ladri, i commercianti, i poeti e gli oratori. Egli è il dio del «Logos», cioé della parola intesa come dono divino e del raziocinio, in altre parole della capacità di ragionare e giungere all’essenza delle cose.
È consigliabile porre Hermes davanti o dentro la grotta cosmica, poiché egli è il Dio psicopompo, cioè colui che ha il compito di accompagnare le anime nel regno dei morti, e dunque da un’esistenza a un’altra.
Ponete ai suoi piedi: un gallo, delle piume (simbolo dei sandali e del cappello alati), una tartaruga, la vostra bacchetta magica come simbolo del kerykeion oppure del cadduceo.
Davanti alla grotta ponete una bacinella d’acqua o una fontana e al centro di questa mettete la statua di Iris, oppure sostituitela con un arcobaleno che finisca realmente o per effetto ottico nella fontana.
Figlia di una ninfa Oceanina, Iride poteva viaggiare fra il mondo terrestre e il mondo sottomarino (altra rappresentazione dell’Altromondo).
Offrite alla dea un fiore di Iris
delle piume (simbolo delle sue ali)
Candele e oggetti colorati
La triade medica dei Keltoi
Fra le popolazioni che hanno vissuto sul nostro suolo, non possiamo certo dimenticare i Celti che occuparono gran parte dell’Italia.
Airmid in questo quadro
è circondata da fiori di
Iris e ricorda la Dea Iride.
Infatti Airmid è l’annunciatrice
della Rinascita, tema
sottolineato dalle ninfee.
Belenos, dio solare;
Miach, il dio della guarigione;
Airmid o Airmeith, sorella di Miach e dea della conoscenza delle erbe magiche e medicinali.
Ponete Belenos in cima alla grotta (il sole trionfante), Miach all’interno della caverna (Dio sacrificato e simbolo dell’Eroe iniziato), Airmid ai piedi della grotta (la Dea testimone e nutrice) poggiata sul suo manto verde trapuntato delle 26 erbe sacre.
Oltre a presiedere ai passaggi fra i mondi, le tre divinità presiedono alle guarigioni fisiche e spirituali, la medicina e la conoscenza delle erbe.
Mentre Belenos e Airmid si trovano rafigurati nella cultura celtica, non vi sono (o perlomeno noi non ne abbiamo trovato traccia) raffigurazioni di Miach. Tuttavia, dato il forte culto di S. Giovanni presso le comunità celtiche moderne, è plausibile che il Dio-Eroe sia stato identificato con il Santo. Come S. Giovanni, infatti, Miach è ucciso dal padre tramite decapitazione e successivamente smembrato.
Le divinità norrene
Poiché il termine «Litha» è di origine nordica non possono mancare nel nostro elenco le divinità norrene.
Sebbene questa immagine alchemica non si
riferisca alla leggenda di «Hiandnigar», ben
rappresenta i due Re condannati a
combattere, uccidersi e rinascere fino al
«Crepuscolo degli Dèi»
Inoltre Litha è un periodo di venti giorni circa durante il quale è ricordata la leggenda del Re Quercia e del Re Agrifoglio altrimenti conosciuta come Hjadningar, l’eterna battaglia tra Hedinn e Hogni, rappresentati rispettivamente le forze della Luce e delle Tenebre e il loro eterno fronteggiarsi senza soluzione fino a Ragnarock, quando si distruggeranno definitivamente.
Ponete dunque Odino in cima o davanti alla grotta,
offrite al Dio una libagione,
le rune;
le erbe sacre;
una piuma di corvo e una di cigno bianco o di oca;
l’immagine di un cavallo;
Ponete sull’altare un bonsai di quercia e uno di agrifoglio (potete sostituirlo anche con dei rami) e, alla sera, bruciate un rametto della quercia ponendo l’agrifoglio in primo piano.
Non devono mancare su un altare norreno gli elfi, simbolo degli spiriti familiari da onorare durante tutti i Blot, e particolarmente in questo.
La celebrazione di Mediosaminos
La mattina della Vigilia di Mediosaminos (antico nome celtico del solstizio d’estate) alzatevi prima dell’alba per raccogliere la rugiada del mattino. Coglietene quanta più potete, dunque filtratela e usatene una parte per lavarvi il viso se siete donne, e le mani se siete uomini.
Arcobaleno sul cielo Locana durante la
Festa di Litha 2010. La rugiada è
considerata sacra presso molte culture
perchè ricettacolo dello Spirito Divino. In
essa si riflettono i raggi solari che si
rifrangono nell’«Iride», in tutte le culture
magico ponte fra i mondi.
Ponete la rugiada rimasta in una brocca o una bottiglia di vetro e preparatevi per recarvi presso il vostro bosco magico per raccogliere le erbe.
Presso gli antichi popoli celti questo rito era importantissimo, considerato un raccolto sacro effettuato da druidi esperti secondo un preciso rituale. Si riteneva che da questo raccolto dipendesse il raccolto più grande e materiale condotto dai contadini nei giorni a seguire e dunque il futuro della comunità.
Molto probabilmente la Tradizione Popolare Italiana è costellata da rituali appropriati poichè il raccolto esoterico è un tema fondamentale di questa festa. Tuttavia, se non disponete di un rituale simile o volete approfondire quest’argomento troverete, in questa sezione del Sito, la descrizione dettagliata del rito del raccolto Celtico. Come per gli altri riti, le antiche usanze sono riportate fedelmente tranne che per qualche aggiunta personale con l’intento di colmare quelle lacune create dal tempo.
Approfittate del resto della mattinata per preparare i sacchettini e la Guazza di S. Giovanni. È usanza gettare nel faló notturno un sacchettino con le erbe come porta fortuna. Inoltre, sia al sacchettino di erbe, sia alla Guazza sono attribuite proprietà magiche miracolose, quali poteri curativi, di fecondità e abbondanza. Si pensa anche che un sacchettino posto sotto il cuscino favorisca i sogni profetici. Alla Guazza è attribuito lo stesso potere ma bisogna ungersi con questa la fronte prima di andare a dormire. Inoltre la Guazza potenzia tutti gli incantesimi nella quale è impiegata in quanto acqua magica.
Nel vostro mortaio o in una ciotola di vetro ponete le nove erbe in quest’ordine:
Iperico, Ruta, Verbena, Vischio, Lavanda, Timo, Finocchio, Piantaggine e Artemisia.
Sebbene l’Iperico sia sempre presente, a seconda dei luoghi e tradizioni la ricetta delle Erbe cambia, pur rimanendo queste in numero di nove, puó quindi capitare che siate in possesso di un elenco diverso, seguite quello che vi sembra più adatto.
Quando s’incantano delle erbe
per un rituale è meglio usare
un mortaio in modo tale che le
erbe sprigionino i loro oli
essenziali favorendo il contatto
con le entità invocate
«Oh Titania leggiadra,
delle fate graziosa regina!
Oh Oberon fiero,
di elfi e folletti potente signore!
io invoco la vostra presenza
per benedire codeste erbe
infondete su di esse il vostro potere
e la vostra grazia, affinché sia
esaltato il loro potere.
Siano esse per me le chiavi
D’accesso alla magia
E alla conoscenza dei mondi!
Così voglio, così è».
Mettete le erbe in dei sacchettini che ricordino il tema di Litha, ovvero l’incontro tra luce e tenebra, al sorgere della luna mettete fuori la rugiada (oppure dell’acqua piovana raccolta in luna piena) con dentro i sacchettini con le erbe e pronunciate:
«Con il favore di Titania e Oberon
Sovrani degli esseri elementali,
protettori delle erbe
veicoli e rappresentanti del gioco
degli opposti che in questo giorno
ha epilogo e inizio, io (dire il vostro nome magico)
offro queste erbe alla luna perché
le nutra della sua luce
e le arricchisca del suo potere,
così voglio così è.»
Lasciate la rugiada e le erbe esposte per l’intera notte. Il mattino dopo togliete i sacchettini dalla Guazza, filtratela e imbottigliatela.
Lasciate le bottigliette e i sacchettini al Sole dicendo:
«Consacro queste erbe e la guazza con esse ottenuta a Belenos (o altra divinità corrispondente) perché siano esse fecondate dalla luce e mi aiutino e guidino nel mio sentiero e nelle operazioni magiche che realizzerò. Amen.»
Lasciate asciugare i sacchettini quindi riponete le erbe in barattoli di vetro e la guazza in un luogo fresco.
Come già accennato il fuoco protettivo e fecondante è presente in tutti i festeggiamenti di Mezza Estate e in tutte le epoche e rappresentava la seconda parte della celebrazione subito dopo la raccolta esoterica.
Delle antiche cerimonie sono giunti fino a noi riti popolari che testimoniano l’importanza di Mezza Estate.
Il cerimoniale che trovate di seguito nasce dall’interpretazione degli antichi riti celtici e italici documentati rispettivamente da Alexei Kondratiev su «Il tempo dei Celti», e da Alfredo Cattabiani in «Calendario - Le feste, i miti, le leggende e i riti dell’anno» potete sostituirla o integrarla con le tradizioni del vostro paese o della vostra congrega.
La cerimonia presuppone di essere svolta all’aperto con l’accensione di un grande falò ma se questo non vi è possibile perché non disponete di uno spazio adatto o dei permessi, oppure perché avete deciso di celebrare Litha da soli o in casa, potete ridimensionare il falò a un piccolo fuoco in un braciere.
A differenza della Pira
preparata per Beltane, per
i fuochi di Litha non sono
richiesti legni particolari tranne
la Quercia, albero simbolo
del Sole.
Il Sacerdote e la Sacerdotessa eleggono due membri del gruppo che accenderanno e governeranno il fuoco. Presso le antiche comunità questo era ritenuto un ruolo molto importante, se avete celebrato Beltane secondo il rito tradizionale potete assegnare il governo delle pire al Green Man e alla Reginetta di Primavera, che indosseranno gli abiti indossati per Beltane.
Accanto alle pire sarà meglio allestire un Altare del Fuoco dal quale accendere le prime torce che appiccheranno i falò.
Con l’approssimarsi del tramonto la comunità si riunirà presso le pire e volgerà il volto verso Ovest.
In silenzio, tutti osserveranno il disco discendere nella terra, la luce attenuarsi, l’oscurità salire. Godete dei colori che dipingono il cielo, perdetevi nelle nubi che pascolano appena sopra le vostre teste, se volete potete anche trarre presagi dalle forme che queste assumeranno, Litha è la notte in cui gli Spiriti e gli Dei visitano il mondo degli uomini per dare loro messaggi e le nubi furono considerate fino al Medioevo le loro migliori messaggere.
Non appena il sole sarà tramontato il Sacerdote e la Sacerdotessa si porranno tra le due pire e intoneranno questo canto tratto dal Carmina Gadelica, in sincronia con questo la Reginetta e il Green Man accendono i loro bastoni di quercia e appiccano il fuoco alle Pire.
Sarebbe bello recitare il canto o in lingua originale oppure, in dialetto se il questo è di origini celtiche, per questo motivo trascrivo il cantico sia in lingua originale sia in italiano.
Inno di Mediosaminos (Gaelico) Fàilte ort fhéin, a ghrian nan ràth ag siubhal ard nan speur; ’S do cheumaibh treun air Sgéith nan ard, ’S tu mathai àigh nan reul. ’S tu ’laigheadh sios an cuan Na dith gun dìobhail is gun sgath, ’S tu ’g éirigh suas air stuagh na sìth mar rìoghain òg fo bhlàth. |
Inno di Mediosaminos (Italiano) Salve, Sole delle stagioni, tu che cammini nei cieli alti; Coi tuoi passi forti sull’alto vuoto, Sei la madre gioiosa delle stelle. Discendi nell’abisso della distruzione Senza soffrire danno o nocumento, t’innalzi dall’onda calma come una giovane regina in fiore |
Altare del fuoco - Beltane 2011.
L’altare è in pietra, ornato con
fiamme stilizzate in spirali,
circondato da pietre decorate allo
stesso modo. Rafforzando l’elemento
«Fuoco», si crea un «cerchio
magico» nel quale si muove
l’energia teurgica invocata rendendo
il luogo sacro.
La Sacerdotessa vestirà i panni di Airmid e comporrà il manto davanti alla comunità chiamando ognuna delle erbe che estrarrà dal cesto (preparato in precedenza) le mostrerà all’intero gruppo prima di disporle sul Brat. Durante l’operazione i Bardi intoneranno una breve poesia o un canto in lingua celtica seguiti dal resto della comunità.
La poesia deve descrivere i collegamenti mitologico-rituali delle singole erbe e le loro proprietà medicinali.
Una volta disposte tutte le erbe, il Druido innalzerà un’invocazione a Belenos, Dio solare della medicina, simile alla seguente:
«Belenos, radioso Signore che
Porti salute e prosperità sulla terra
E presso tutti i suoi abitanti.
Invochiamo la tua presenza
In questo luogo.
Ti preghiamo, luminoso Belenos
Affinché tu benedica il nostro
Raccolto e queste erbe portino
Ancora salute e benessere alla comunità.»
Finalmente può avere inizio il banchetto che non mancherà d’essere allietato con danze, canti, poesie e racconti di divertenti aneddoti, oppure delle gesta degli antenati.
Secondo l’usanza la rugiada è apportatrice di fecondità, per questo motivo anticamente gli uomini e le donne che desideravano un figlio si sedevano sull’erba durante questa notte e lasciavano che le loro parti intime fossero bagnate dalla rugiada.
Il mattino dopo, ciascuno prenderà una porzione delle ceneri dei falò e con queste nutrirà la terra del suo giardino o del suo balcone. Un tempo erano lanciati tizzoni ardenti nei campi durante la notte con grande rischio di incendio tuttavia la cenere ha un effetto fecondante e protettivo altrettanto potente ma meno rischioso.
Ovviamente potete adattare questo rito al vostro appartamento o anche alla celebrazione solitaria, in ogni caso Belenos vi benedica e splenda radioso sulla vostra vita.
Dall’1 Giungno al 31 Luglio nella rubrica «Gli Incanti di Igea» troverete quotidianamente incantesimi e rituali legati al periodo di Litha creati o scelti per voi dall’antica tradizione magica di tutto il mondo
Inizio Pagina