"Per operare efficacemente in Magia, è dunque indispensabile aver fede costante e confidenza, non dubitar mai della riuscita, non esitare con l'animo."
Cornelio Agrippa - La Filosofia Occulta
Cornelio Agrippa - La Filosofia Occulta

IV Capitolo (Libro I) della Chiave di Salomone |

Il Cerchio Magico con al centro il Mago,
raffigurato come il Re Salomone. Immagine
tratta da "Clavicula Salomonis. With
illustrations, often with Hebrew..." - Budapest
- MS. Kaufmann A 256.
Il Capitolo IV del Primo Libro de "La Chiave di Salomone" è una confessione dei peccati e una preghiera di supplica a Dio, che si inserisce nel contesto della tradizione cristiana, in particolare nella pratica della confessione sacramentale.
Il testo può essere analizzato da diversi punti di vista: teologico, spirituale e letterario.
Dimensione Teologica
Peccato e Misericordia: Il testo evidenzia la consapevolezza del peccato e della debolezza umana e la necessità della misericordia divina.
L’atto di confessare i peccati è un ottimo modo per riconoscere la propria fragilità e il bisogno di redenzione. La confessione è un tema centrale nella teologia cristiana, in quanto permette al penitente di riavvicinarsi a Dio e ricevere il perdono.
Riconoscimento della Colpevolezza: L’autore del grimorio in oggetto si descrive come "il più colpevole di tutti gli uomini", esprimendo una profonda umiltà. Questa autoaccusa è un passo fondamentale verso la penitenza, poiché implica una sincera consapevolezza delle proprie azioni e delle loro conseguenze.
Intercessione degli Angeli e dei Santi: L’invocazione agli angeli e ai santi come testimoni della confessione sottolinea la credenza nella comunione dei santi, una dottrina che afferma che i credenti in Cristo, vivi e defunti, sono uniti in un’unica comunità di fede.
Dimensione Spirituale
Umiltà e Riflessione: La confessione è un atto di profonda umiltà. Il Mago non solo elenca i peccati, ma riflette sul loro impatto sulla sua vita e su quella degli altri. Questo processo di autoanalisi è parte integrante della crescita spirituale.
Desiderio di Rinnovamento: La richiesta di un "cuore nuovo" e di una "ferma fede" evidenzia il desiderio di trasformazione spirituale. La preghiera finale chiede non solo perdono, ma anche un cambiamento interiore, fondamentale per vivere una vita più conforme alla volontà di Dio.
Contrasto tra Peccato e Santità: La tensione tra la natura peccaminosa dell’uomo e la santità di Dio è palpabile. Il Mago riconosce la grandezza e l’ineffabilità di Dio, contrastando con la propria miseria. Questo contrasto serve a mettere in risalto la grazia divina, che accoglie i peccatori.
Dimensione Letteraria
Stile e Retorica: Il testo è scritto in uno stile solenne e formale, tipico delle preghiere antiche. L’uso di ripetizioni e parallelismi enfatizza le diverse categorie di peccati e la gravità delle azioni commesse.
Immaginario Religioso: Il linguaggio è ricco di immagini religiose, evocando la sacralità del Tempio e la presenza di Dio. Termini come "pane sacro" e "vasi sacri" richiamano il rispetto verso le pratiche religiose e l’importanza della liturgia.
In sintesi, la Confessione esplora la relazione tra l’uomo e Dio attraverso la lente del peccato e della misericordia. Essa diventa un atto di liberazione e un mezzo per cercare la grazia divina. Il Mago, con la sua sincera umiltà e il desiderio di rinnovamento, esemplifica un percorso di fede che mira a una vita di maggiore integrità e virtù.
La preghiera finale invoca una connessione profonda con Dio, sottolineando l’importanza della fiducia in Lui come Salvatore e Guida. Questo brano, quindi, non solo riflette una pratica religiosa, ma offre anche spunti di riflessione per chiunque cerchi di approfondire il proprio rapporto con il sacro.
Ci sembra ci sia parecchio su cui riflettere. Come diceva alchimista rinascimentale Nicolas Valois: "La pazienza è la scala dei Filosofi, l’umiltà è la porta del loro giardino, perché a chiunque persevererà senza invidia e senza orgoglio, Dio farà misericordia."
La pazienza e l’umiltà sono due componenti essenziali della pratica magica. La Confessione ha attinenza con ambedue.
Il Marchese di Carabà 
email: m.dicaraba@libero.it
L'industrie et le savoir-faire valent mieux que des biens acquis

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Capitolo IV
La Confessione che va fatta dall’Esorcista

Il Mago dentro il Cerchio Magico protettivo
con la Spada sguainata. La Spada ha lo scopo
di minacciare e ferire i demoni.
Immagine tratta dal "Das Kloster, weltlich und
geistlich..." ossia una raccolta di testi magici
compilata dall’antiquario Johann Scheible in
12 volumi (1845-1849)
O Signore del Cielo e della Terra, davanti a Te confesso i miei peccati e li lamento, abbattuto e umiliato alla Tua presenza.
Poiché ho peccato davanti a Te per orgoglio, avarizia e desiderio sfrenato di onori e ricchezze; per pigrizia, gola, avidità, debolezza e ubriachezza; perché Ti ho offeso con ogni sorta di peccati della carne, adulterii e contaminazioni, che ho commesso io stesso e ho consentito che altri commettessero; per sacrilegio, furti, rapine, violenze e omicidi; per il cattivo uso che ho fatto dei miei possedimenti, per la mia prodigalità, per i peccati che ho commesso contro la Speranza e la Carità, per i miei cattivi consigli, adulazioni, corrizioni e la cattiva distribuzione dei beni di cui sono stato in possesso; per aver respinto e maltrattato i poveri, nella distribuzione che ho fatto dei beni a me affidati, per aver afflitto coloro su cui ho avuto autorità, per non aver visitato i prigionieri, per aver privato i morti della sepoltura, per non aver ricevuto i poveri, per non aver né sfamato gli affamati né dato da bere agli assetati, per non aver mai osservato il sabato e le altre feste, per non aver vissuto castamente e devotamente in quei giorni, per il facile consenso che ho dato a coloro che mi hanno incitato a cattive azioni, per aver danneggiato invece di aiutare coloro che mi chiedevano aiuto, per aver rifiutato di prestare ascolto al grido dei poveri, per non aver rispettato i vecchi, per non aver mantenuto la mia parola, per aver disobbedito ai miei genitori, per l’ingratitudine verso coloro da cui ho ricevuto benevolenza, per il mio indulgere nei piaceri sensuali, per comportamenti irriverenti nel Tempio di Dio, per gesti indecorosi in esso, per essere entrato senza rispetto, per i discorsi vani e improduttivi quando ero lì, per aver disprezzato i vasi sacri del tempio, per aver ridicolizzato le Sacre Cerimonie, per aver toccato e mangiato il pane sacro con labbra impure e mani profane, e per la negligenza nelle mie preghiere e adorazioni.
Detesto anche i crimini che ho commesso per i pensieri cattivi, meditazioni vane e impure, false sospensioni e giudizi affrettati; per il cattivo consenso che ho prontamente dato ai consigli dei malvagi, per la brama di piaceri impuri e sensuali; per le mie parole oziose, le mie bugie e i miei inganni; per i miei falsi voti in vari modi; e per la mia continua calunnia e diffamazione.
Detesto anche i crimini che ho commesso interiormente; la slealtà e la discordia che ho incitato; la mia curiosità, avidità, false parole, violenza, maledizioni, mormorii, bestemmie, parole vane, insulti, dissimulazioni; i miei peccati contro Dio per la trasgressione dei dieci comandamenti, per la negligenza dei miei doveri e obblighi, e per la mancanza di amore verso Dio e verso il mio prossimo.
Inoltre odio i peccati che ho commesso con tutti i miei sensi, con la vista, con l’udito, con il gusto, con l’olfatto e con il tatto, in ogni modo in cui la debolezza umana può offendere il Creatore; per i miei pensieri, atti e meditazioni carnali.
In cui umilmente confesso di aver peccato e mi riconosco, davanti a Dio, il più colpevole di tutti gli uomini.
Mi accuso davanti a Te, o Dio, e Ti adoro con tutta umiltà. O voi, Santi Angeli, e voi, figli di Dio, alla vostra presenza rendo noti i miei peccati, affinché il mio nemico non possa avere vantaggio su di me e non possa rimproverarmi nell’ultimo giorno; affinché non possa dire che ho nascosto i miei peccati e che non sia accusato alla presenza del Signore; ma, al contrario, che per mio conto ci possa essere gioia in Cielo, come per i giusti che hanno confessato i loro peccati in tua presenza.
O Padre Onnipotente e Poderoso, concedi per la tua infinita misericordia che io possa vedere e conoscere tutti gli spiriti che invoco, affinché per mezzo loro possa vedere realizzati la mia volontà e il mio desiderio, per la sovrana grandezza e per la Tua ineffabile e eterna gloria, Tu che sei e che sarai per sempre il puro e ineffabile Padre di tutti.
La confessione essendo terminata con grande umiltà e con il sentimento interiore del cuore, il maestro reciterà la seguente preghiera:

Immagine tratta da un esemplare rinascimentale della
«Clavis Salomonis», testo attribuito al Re Salomone.
Preghiera
O Signore Onnipotente, eterno Dio e Padre di tutte le creature, effondi su di me la divina influenza della Tua misericordia, poiché io sono la tua creatura. Ti supplico di difendermi dai miei nemici e di confermare in me una vera e ferma Fede.
O Signore, ti affido il mio corpo e la mia anima, poiché non ripongo la mia fiducia in nessun altro oltre a Te; solo a Te mi affido; O Signore mio Dio, aiutami; O Signore, ascoltami nel giorno e nell’ora in cui Ti invocherò. Ti prego per la tua misericordia di non relegarmi nell’oblio, né di allontanarmi da Te. O Signore, sii tu il mio soccorso, tu che sei il Dio della mia salvezza. O Signore, dammi un cuore nuovo secondo la Tua bontà. Questi, O Signore, sono i doni che attendo da Te, O mio Dio e mio padrone, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
O Signore Dio, l’Onnipotente, che hai formato per Te stesso una grande e ineffabile saggezza, coeterno a Te stesso prima dei secoli innumerevoli; Tu che nella nascita del tempo hai creato i cieli, e la terra, il mare e ciò che contengono; Tu che hai vivificato tutte le cose con il soffio della Tua bocca, Ti lodo, Ti benedico, Ti adoro e Ti glorifico.
Siimi propizio che sono solo un miserabile peccatore, e non disprezzarmi; salvami e soccorrimi, poiché sono opera delle Tue mani. Ti esorto e Ti imploro per il Tuo Santo Nome di scacciare dal mio spirito le tenebre dell’ignoranza e di illuminarmi con il Fuoco della Tua Saggezza; allontana da me ogni cattivo desiderio e non lasciare che il mio parlare sia come quello dei folli. O Tu, Dio Vivente, la cui Gloria, Onore e Regno si estenderanno nei secoli dei secoli. Amen.
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