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«Poiché il mondo degli elementi è una riproduzione del mondo siderale, sì che qualsiasi cosa in esso contenuta ne racchiude l’immagine, è manifesto che qualsiasi realtà di questo mondo, sia essa sostanza o accidente, a modo suo emette raggi a somiglianza degli astri, altrimenti non avrebbe pienamente la figura del mondo siderale.»
(al-Kindi, De Radiis)
(al-Kindi, De Radiis)
Radionica e Maleficio |
La scienza della radionica non è, come alcuni potrebbero pensare, una consapevolezza nuova partorita nell’era moderna. Il termine usato per indicarla è sicuramente recente tuttavia questa scienza è antica quanto il mondo, almeno del mondo che noi conosciamo, abitato da esseri umani intelligenti.
Disegno di un animale sulle pareti della grotta
Montespan; sul corpo della bestia si notano
diversi fori «a croce» praticati dai cacciatori.
Infatti, questa scienza è governata da determinate leggi che probabilmente gli uomini hanno cominciato ad apprendere nella più remota antichità. Ci chiediamo: in che modo l’uomo primitivo riuscì a scoprire queste forze misteriose nonostante il ridotto grado di civilizzazione?
Indubbiamente la risposta dovrà essere cercata sulle pareti delle caverne occupate dai nostri progenitori, dove vi possono essere eventuali tracce sugli inizi della radionica.
Ad esempio in una caverna dei Pirenei il famoso esploratore Norbert Casteret (1897-1987) scoprì quelli che potrebbero essere dei segni di alcune tecniche magiche che permettevano ai cacciatori preistorici di paralizzare le loro vittime per poterle catturare più facilmente.
In pratica i cacciatori disegnavano sulle pareti delle loro abitazioni sotterranee la forma dell’animale da catturare che probabilmente avevano individuato in una delle loro battute di caccia.
Sul disegno, vicino alla forma dell’animale, talvolta aggiungevano una mano stilizzata indicante la ferma intenzione dell’uomo nel voler catturare la bestia.
Ecco cosa scrive a tal proposito il già citato Casteret nella sua opera intitolata «Dieci anni sotto terra»:
«Gli Aurignaziani e i Magdaleniani, che erano essenzialmente cacciatori, cercavano di favorire il successo delle loro battute di caccia facendole precedere da cerimonie la cui importanza si fa sempre più evidente man mano che procedono le scoperte sulla preistoria. Essi rappresentavano gli animali che volevano uccidere, poi durante le sedute magiche, tracciavano delle fessure su questi disegni uccidendo così l’animale rappresentato, per assicurarsi, il giorno della caccia, la cattura reale della bestia preventivamente stregata.
In questo modo si spiegano i segni, i fori, le frecce, le asce, le clave che si vedono su molti disegni d’animali.
Scena di caccia disegnata
sulla pareti di una grotta
preistorica. Dei cacciatori
colpiscono le loro prede con
delle freccie.
Da questo estratto si evince che gli uomini primitivi presumibilmente conoscevano le tecniche degli incantesimi che sono un esempio del potere di quelle che in radiestesia e radionica sono chiamate «onde».
Come opera questo potere misterioso?
Riteniamo che tale forza agisca per mezzo dell’interazione delle onde, attraverso la così detta «legge dei simili». Nei passaggi seguenti cercheremo di spiegare brevemente il funzionamento del meccanismo magico e occulto.
Ammettiamo che ogni corpo irradia, vibra ed emette delle onde la cui esistenza non può essere in alcun modo negata dagli «addetti ai lavori». In verità alcune di queste onde (ma non tutte) possono essere percepite dai nostri sensi come nel caso dei colori o dei suoni.
Effettivamente i colori sono soltanto un’illusione ottica soggettiva. Invero ogni colore indica il modo in cui una certa onda (con la sua tipica frequenza) è percepita dall’occhio dell’osservatore.
Comunque sia queste radiazioni, infinitamente sottili ma potenti, sono l’origine della vita stessa, infatti, il nostro corpo è sano quando emette delle vibrazioni che corrispondono a una perfetta condizione di salute.
In effetti - Vox populi, vox Dei - comunemente, quando una persona si trova in uno stato di ottima condizione psicofisica, si dice che è «l’immagine stessa della salute».
Ora se questo equilibrio armonioso tra l’interiore e l’esteriore s’infrange, subentrano rapidamente la malattia e la morte. Il corpo si troverà a emettere le corrispondenti radiazioni di un decesso.
Come dicevamo in precedenza queste vibrazioni della materia vivente e inanimata (infatti, anche i corpi minerali, che definiamo «non vivi», emettono onde) possono essere captate da quella meravigliosa lente che è l’occhio umano il quale registra le onde di forma e le trasmette al cervello.
A sua volta chi ha registrato l’immagine nella mente può, sempre per mezzo dell’occhio, riprodurla su un foglio di carta, sulla parete di un muro, sagomando una statuetta con dell’argilla, ecc.
Pertanto la riproduzione è dotata di una certa identità di forma e (dunque) della medesima vibrazione del soggetto originale, perciò si trova misteriosamente legata ad esso per mezzo di un campo d’onde sempre presenti tra i due elementi analoghi, affini e somiglianti.
«Bastone del Comando»
forato in osso di renna
usato dai primitivi
cacciatori come
strumento radiestesico.
Ogni raggio nocivo inviato la colpirà e finirà per frantumare l’equilibrio del suo stato di salute. Nel caso in cui l’organo colpito è vitale, allora ne segue che più rapidamente subentreranno una condizione d’infermità e la morte. In realtà l’uomo, per mezzo dell’occhio, ha «informato» l’effige da lui riprodotta con le radiazioni dell’animale.
Come si sarà compreso, siamo persuasi del fatto che i popoli primitivi erano in possesso delle tecniche care alla radionica a un grado notevole, tanto che di questo potere se ne servirono molto presto per ottenere più facilmente il successo delle loro battute di caccia.
Inoltre per rintracciare la selvaggina, gli uomini primitivi avevano a disposizione uno strumento che indicheremo con il termine «bastone del comando». Tale bastone era del tutto simile a un Pendolo, e recava delle incisioni raffiguranti immagini d’animali.
Solitamente il bastone era fatto di legno o con un osso di renna. In quest’ultimo caso si trattava di un rivelatore perfetto per la caccia di questi animali.
In pratica il bastone (di forma dritta o ricurva) presentava un foro nella parte sommitale che serviva per inserire un’asta più piccola anch’essa costituita di legno o di osso di renna.
Il cacciatore-radiestesista teneva quest’asta orizzontalmente, inserita nel foro del bastone, quest’ultimo era poggiato verticalmente sul terreno.
Non appena il bastone-pendolo captava la radiazione di una renna eseguiva una torsione sul suo asse, individuando la direzione da seguire per imbattersi nell’animale percepito.
Per captare altra selvaggina era sufficiente per il radiestesista preistorico cancellare dalla sua mente tutti i disegni incisi sul bastone del comando e concentrarsi su un altro genere di preda: è ciò che nel gergo radiestesico è chiamata «selezione mentale». L’uomo era allora certo di captare le radiazioni dell’animale desiderato poiché il suo cervello si comportava come un vero «apparecchio radio».
In effetti, una radio riceve le onde sulla frequenza selezionata dall’operatore e scarta tutte le altre.
Ovviamente il potere della radionica, della «stregoneria», attraversò (con diverse modalità ma aventi un unico denominatore) tutte le epoche e i periodi storici sino ai giorni a noi familiari.
In particolare esso era molto conosciuto nel Medio Evo con il termine «fattura». Tale parola viene dal latino «facies» che vuol dire «volto, faccia» a indicare che l’azione magica consisteva nel confezionare il simulacro (ossia il volto) di qualcuno.
Altri termini usati in quel periodo erano «incantesimo», «sortilegio», «influsso diabolico». Oggi i moderni radiestesisti definiscono questo potere «legge dei simili» e dei «campi d’onda».
In effetti, anche se la radionica obbedisce alle leggi rigorose della «fisica occulta» nondimeno richiede una conoscenza pura, giusta ed equilibrata. Il divino Creatore di tutte le cose ha fatto l’uomo «libero», tuttavia non si tratta di libertà senza delle responsabilità e dei doveri.
Il Mago o il Radionico veramente degno di questo nome usa la sua arte solo per il Bene proprio e del prossimo, sempre al servizio delle nobili cause. Purtroppo, da che mondo è mondo, sono molti coloro che arrecano danno al vicino, approfittano delle conoscenze acquisite nel campo della magia per soddisfare i propri scopi meschini ed egoistici. E’ per tale motivo che un tempo chi praticava le fatture usando delle statue di cera, cioè delle vere e proprie immagini della vittima, era temuto e (se denunciato) condannato a morte.
In effetti, l’autorità giudiziaria vietava l’uso di una spilla su una statuetta di cera, poiché era risaputo che l’azione occulta, protratta per lungo tempo, finiva per procurare alla vittima riprodotta una ferita micidiale.
Allo stesso modo lo stregone poteva bruciare la figura sul fuoco in modo tale da far indebolire il malcapitato sino alla morte. La storia ci fornisce molteplici esempi di accuse di stregoneria.
Un esempio, uno tra tanti, c’è dato dal processo al giurista francese Enguerrand de Marigny il quale fu arrestato per ordine del re Luigi X, su istigazione di Carlo di Valois, con ben ventotto capi d’accusa.
Luigi X voleva essere indulgente, infatti inizialmente era propenso verso una condanna all’esilio ma Carlo di Valois aggiunse l’accusa di «stregoneria». Riferì che la moglie di Marigny aveva operato dei malefici stregoneschi attentando alla vita del re e di tutta la sua famiglia. Quest’accusa fu più efficace delle precedenti tanto che Marigny fu condannato all’impiccagione.
Invece nel 1617 Leonora Dori Galigai, vedova di Concino Concini, (un nobile appartenente all’antica aristocrazia aretina), fu processata e condannata con l’accusa d’aver influenzato con espedienti stregoneschi le decisioni di Maria de’ Medici di cui era dama di compagnia. In particolare fu accusata di aver deposto dentro delle casse da morto alcune statuette di cera.
Questo genere di sortilegi era una tradizione diffusa anche presso i Greci giacché la ritroviamo nel seguente estratto dal libro delle «Leggi di Platone»:
«E’ inutile tentare di convincere certi uomini, notevolmente prevenuti, che non devono aver timore se vedono delle statuette realizzate in cera poste sulle porte delle case, o presso gli incroci delle vie, o vicino alle tombe dei genitori, poiché non hanno una chiara opinione riguardo ai malefici.
Chi si serve di fascini, incantesimi, e di ogni altro tipo di maleficio della stessa natura, per arrecare un danno con tali prodigi, se egli è indovino, mago o veggente sia punito con la morte. Se invece non ha alcuna conoscenza di queste arti, ma è convinto d’aver usato dei malefici, il tribunale decida quale pena egli debba subire o quale multa pagare».
Nel XVI secolo la moda delle fatture divenne veramente popolare. E’ risaputo, infatti, che la duchessa di Montpensier indirizzò tanti sortilegi contro Enrico III. Solo dopo parecchi insuccessi, dovuti molto probabilmente a una conoscenza incompleta della legge dei simili, lo fece uccidere per mano di un assassino.
Streghe condannate al rogo in un
illustrazione del 1555. Il diavolo si
accosta a loro durante l’esecuzione.
Naturalmente l’inchiesta portò all’arresto e alla condanna a morte per atti stregoneschi dei due malcapitati. Caterina era molto preoccupata poiché credeva che i due inquisiti l’avessero affatturata.
Pertanto, giacché l’efficacia di queste pratiche era universalmente riconosciuta, non c’era più alcuna sicurezza, né tranquillità, né difesa per nessuno. Infatti, neanche i bastioni più elevati e le fortezze più imprendibili erano in grado di proteggere dagli attentati occulti alla vita del Re.
Le radiazioni micro vibratorie potevano raggiungere chiunque in qualunque momento.
Naturalmente questa condizione è valevole anche ai giorni nostri. Per comprendere ciò basterà considerare l’esempio dei così detti telefoni cellulari che sono apparecchi di uso molto diffuso e collettivo. Questi apparecchi sono in grado di captare un segnale (un’onda elettromagnetica) prodotto da un emettitore che si trova anche a parecchi chilometri di distanza. Le onde che consentono la comunicazione non sono percepibili dall’occhio umano eppure, come ci suggerisce l’esperienza comune, esistono.
Ebbene allo stesso modo succederà con le onde emesse da una pratica stregonesca... queste saranno scagliate come raggi contro l’inconsapevole vittima designata. Il malcapitato sarà colpito mortalmente salvo che egli non abbia con sé uno strumento in grado di proteggerlo o capace di deviare i raggi dannosi come una sorta di specchio o scudo deflettore. Da ciò deriva l’uso altrettanto antico da parte dell’uomo di strumenti protettivi magici, forgiati anch’essi utilizzando la legge di similitudine. Tali oggetti sono conosciuti con il nome di «amuleti» o «talismani».
Come dice il famoso proverbio: «A mali estremi, estremi rimedi»... se il raggio negativo prodotto da una fattura colpisce la forma visibile (il corpo fisico) influenzando per prima cosa la forma invisibile allora bisognerà proteggere quest’ultima con muraglie impercettibili, eteree ma efficaci.
Ciò a dimostrazione del fatto che il divino Creatore nella sua infinita Bontà e Misericordia ha disposto che nella Natura esista un rimedio per ogni male, sta solo a noi uomini scoprire e utilizzare al meglio queste armi di difesa che la Natura benevolmente ci offre.
Il Marchese di Carabà
email: m.dicaraba@libero.it
L'industrie et le savoir-faire valent mieux que des biens acquis
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