"Il coraggio di fronte all'invisibile e all'ignoto è una qualità molto importante in un Vero Mago."
Il Marchese di Carabà - Il Risveglio dei Magi
Il Marchese di Carabà - Il Risveglio dei Magi
Grimori Cenni Storici |
In questa sezione del nostro sito abbiamo l'intenzione di riportare dei "riassunti" (integrati da note e commenti) dei più noti e significativi grimori di tutti i tempi. Ma, cominciamo dall'inizio: Cos'è un grimorio? Di che si tratta?
Raffigurazione del Cerchio Magico presa da un
grimorio intitolato "Noli me tangere -
Compendium rarissimum totius Artis Magicae
sistematisatae per celeberrimos Artis hujus
Magistros" (1775)
In parole povere i "Grimori" sono dei manuali di Magia. In genere si tratta di istruzioni pratiche su come creare e consacrare oggetti magici come pentacoli, sigilli, talismani, ecc, e sopratutto su come eseguire delle evocazioni di entità soprannaturali come angeli, intelligenze, spiriti benevoli e demoni malvagi.
Il tipo di operazioni descritte dai grimori sono in genere classificate dai termini "Goezia" e "Teurgia".
I rituali "goetici" hanno lo scopo di evocare entità infernali, malvagie o demoniache. Invece le operazioni "teurgiche" (che decisamente preferiamo) sono volte alle evocazioni di entità celesti benefiche, facenti parte dei così detti "nove cori angelici".
Sia nell'uno che nell'altro caso, questi testi provano che gli antichi Maghi non amavano indulgere alla speculazione filosofica, né manifestavano inclinazione alcuna per le teorie metafisiche.
Leggendo gli scritti che gli antichi Maestri ci hanno lasciato ci si accorge facilmente che il loro fine è stato sempre ed unicamente quello di predisporre dei "Manuali di istruzione" per operare.
Per tale motivo anche i nostri corsi sulla Magia (ossia "Il Risveglio dei Magi" e "L'Adorazione dei Magi") hanno lo scopo di preparare il Discepolo alla ritualità magica, ciò perché l'esperienza diretta è la vera e sola "madre della scienza", anche di quelle occulte.
In alcuni casi si ritiene che i grimori stessi (cioè i manoscritti originali) siano intrisi di potere magico, mi riferisco ai così detti Liber Spirituum (Libro degli Spiriti) sul quale il Mago costringe le entità sovrannaturali a giurare obbedienza.
Origine del termine
Il termine "grimorio" è di origine europea, infatti i primi libri di questo genere furono creati in Europa e nel Medio Oriente. Tuttavia vi è da notare che manoscritti simili possono essere trovati in tutto il mondo.
Dal punto di vista etimologico, comunemente si ritiene che il termine "grimoire" abbia avuto origine dalla parola francese antico "grammaire", che inizialmente era stata usata per riferirsi a tutti i libri scritti in latino.
Nel XVIII secolo il termine aveva acquisito un suo uso comune in Francia e fu utilizzato solo per riferirsi ai Libri di Magia. Ciò probabilmente è dovuto al fatto che molti di questi manoscritti circolavano nell'idioma latino.
Tuttavia, il termine "grimorio" in seguito fu inteso in senso figurativo per indicare qualcosa di difficile comprensione.
L'immagine (risalente al 1950) raffigura il
Dottor Faust, una figura leggendaria che si
dice abbia avuto commercio con i demoni.
Di seguito facciamo un piccolo "excursus storico" per inquadrare meglio la questione.
I Grimori più Antichi
I primi incantesimi magici noti provengono dall'antica Mesopotamia (ossia dal moderno Iraq). Si tratta di formule rituali incise su tavolette d'argilla che gli archeologi hanno rinvenuto nella città di Uruk. La datazione si colloca tra il V e il IV secolo a.C.
Anche gli antichi egizi usavano incantesimi magici, ne abbiamo numerose testimonianze riportate su amuleti, sui sarcofagi e altri oggetti. Il sistema magico egizio subì notevoli modifiche dal 332 a.C, ossia dopo che i greci, guidati da Alessandro Magno, invasero l'Egitto.
Durante i successivi tre secoli dell'Egitto ellenistico, si è avuto l'avvento della scrittura copta, ossia l'ultima lingua egizia il cui alfabeto era basato su quello greco, con l'aggiunta di sette ulteriori grafemi presi in prestito dal demotico. Inoltre fu creata la così detta Biblioteca d'Alessandria, cioè la più grande e ricca biblioteca del mondo antico ed uno dei principali poli culturali ellenistici.
Questo trasformazione sociale ha certamente avuto un influenza sui Libri di Magia, che alle originarie formule per la salute e la protezione dagli spiriti maligni, inclusero obiettivi come il successo finanziario e l'appagamento sessuale.
In questo periodo si sviluppò la leggendaria figura di Ermete Trismegisto come risultante della fusione del dio egizio Thot e del greco Hermes; questa figura era associata alla scrittura e alla magia e, quindi, ai nostri cari grimori.
Gli antichi greci e romani credevano che i libri di magia fossero stati ideati dai Saggi Persiani. Ne abbiamo una prova nei Tre Re Magi del presepe. Infatti "Magi" è la traslitterazione del termine Persiano antico "magūsh", poi passato al Greco Màgos (μαγοσ, plurale μαγοι). Si tratta di un titolo riferito specificamente ai sacerdoti dello Zoroastrismo tipici dell'Impero persiano.
A riprova di questa credenza, lo scrittore Plinio il Vecchio (vissuto nel I secolo d.C.) afferma che la magia è stata scoperta per la prima volta dall'antico filosofo Zoroastro intorno all'anno 647 a.C., ma che fu messa per iscritto solo nel V secolo a.C. dal Mago greco Ostane.
Anche l'antico popolo ebraico era spesso considerato "magico", ciò perché, secondo la leggenda, il popolo d'Israele aveva imparato l'arte magica da Mosè; quest'ultimo l'aveva a sua volta appresa dai sacerdoti Egizi.
Non solo, alcuni autori rinascimentali credevano che Mosè ed Ermete Trismegisto fossero in realtà una figura unica, ciò per il solo fatto che entrambi avevano a che fare con l'Egitto, terra magica per antonomasia.
Nel Libro di Enoch (testo apocrifo di origine giudaica, forse compilato nel I secolo a.C.) ci sono dei passaggi relativi all'astrologia e agli angeli.
Perciò vi è una possibile connessione tra questo Libro e l'idea che Enoch e il suo pronipote Noè avessero ricevuto dei libri di magia dagli angeli di Dio. Questa credenza continuò per tutto il periodo medievale.
Il re israelita Salomone è un'altra figura biblica associata alla magia e alla stregoneria del mondo antico. Lo storico romano-ebreo del I secolo Giuseppe Flavio menzionò un libro attribuito a Salomone che conteneva incantesimi per evocare demoni. Lo storico ci parla di un ebreo chiamato Eleazar che usava questo testo per curare i casi di possessione.
Il libro citato potrebbe essere stato "Il Testamento di Salomone", anche se, più probabilmente, si tratta di un'opera diversa andata perduta.
Il Testamento pseudepigrafico di Salomone è certamente uno dei più antichi testi magici a noi pervenuti. Si tratta di un manoscritto greco attribuito a Salomone e probabilmente scritto a Babilonia o in Egitto nei primi cinque secoli d.C., oltre 1.000 anni dopo la morte di Salomone (ammesso che il personaggio biblico sia realmente esistito).
L'opera narra della costruzione del Tempio del Signore. Tale edificazione venne ostacolata da alcuni demoni fino a quando l'Arcangelo Michele recò al Re Salomone un anello magico, dono di Yahweh, con su inciso un pentalfa. Con questo anello era possibile dominare i demoni malvagi e impedire loro di fare del male. Salomone lo utilizzò per rinchiudere i demoni particolarmente pericolosi in delle anfore di bronzo. Altri demoni invece li obbligò ad eseguire i suoi ordini, e li pose a costruire il Tempio del Signore.
Tuttavia il Testamento si conclude male per il suo protagonista, infatti Salomone commise quanto è male agli occhi del Signore e non fu fedele al Signore come lo era stato Davide suo padre. In questo modo perse il "dono di Dio" (cioè la Sapienza e il Potere di dominare i demoni) e divenne lo zimbello degli spiriti che precedentemente aveva dominato. Il finale è conforme alle vicende narrate in "1 Re".
Quando il cristianesimo divenne la fede dominante dell'Impero Romano, la Chiesa primitiva disapprovò la propagazione di libri sulla magia, collegandoli con i destituiti culti pagani.
Il Nuovo Testamento riporta che, dopo il fallito esorcismo dei sette figli di Sceva, molti convertiti decisero di bruciare i propri libri magici e pagani nella città di Efeso; questo consiglio fu (presumibilmente) adottato su larga scala dopo l'ascesa della religione del Cristo.
Periodo Medievale
Nel periodo medievale vi fu una continua produzione di grimori anche in ambiente cristiano; la stessa cosa accadde tra gli ebrei e i seguaci della fede islamica di recente fondazione. Sicuramente la Chiesa, dopo tante lotte, era riuscita a sconfiggere il culto pagano, ma non è mai riuscita a separare la devozione religiosa dalla magia. Perciò l'uso dei grimori non è mai stato eliminato completamente.
Nell'Europa cristianizzata, la Chiesa divideva i libri di magia in due tipi: quelli che trattavano di "Magia Naturale" e quelli che trattavano di "Magia Demoniaca" (o Goezia).
La prima categoria era accettata, poiché questo tipo di magia era visto come un semplice prendere atto dei poteri della Natura, anch'essa "creatura di Dio".
Perciò i grimori che contenevano incantesimi per scopi medicinali, erano tollerati.
Invece la magia demoniaca non era accettata, poiché si credeva che tale forma di magia non provenisse da Dio, ma dal Diavolo e dai suoi accoliti.
Nonostante ciò vi sono buone ragioni per ritenere che gli stessi appartenenti al clero fossero i principali praticanti di magia sia lecita, sia illecita. Perciò alcuni ecclesiastici erano proprietari, trascrittori e compilatori di grimori.
Evocazione del demone Astaroth.
Immagine presa da un grimorio intitolato
"Noli me tangere - Compendium rarissimum
totius Artis Magicae sistematisatae per
celeberrimos Artis hujus Magistros" (1775)
Uno dei grimori arabi del XI secolo dedicati alla magia astrale (elaborato in Spagna e attribuito a Maslama al-Magriti), fu successivamente tradotto in latino e diffuso in Europa durante il XIII secolo sotto il nome di "Picatrix". Tuttavia, non tutti i grimori dell'epoca erano basati su fonti arabe.
Un libro successivo, da molti considerato "il grimorio per antonomasia", fu anch'esso attribuito falsamente a Salomone. Si suppone che sia stato redatto originariamente nel XV secolo in greco con il titolo "Trattato magico di Salomone" o "Igromanzia di Salomone". Questa è solo una supposizione, per quanto ne so non esiste una versione "originale" di questo grimorio, o almeno sino ad oggi non è stata ritrovata.
Fatto sta che nel XVI secolo circolavano in Europa della versioni in latino, in francese e in italiano di quest'opera sotto il titolo di "Clavicula Salomonis" , o "Chiave di Salomone". Ne esistono anche degli esemplari in arabo.
In realtà vi sono centinaia di manoscritti conservate nelle biblioteche di tutto il mondo che hanno per titolo "Clavicula Salomonis". Alcuni sono simili tra loro, altri molto diversi. Le differenze sono dovute al fatto che questi testi venivano copiati a mano, per cui il compilatore di turno talvolta ometteva alcune cose dal testo originale, altre volte lo stesso compilatore aggiungeva qualcosa, frutto dell'esperienza personale, o di materiale tratto da altri grimori, o da semplice gusto personale, ecc. Per cui sono chiari i motivi di queste (talvolta notevoli) differenze.
Nel nostro corso "L'Adorazione dei Magi" quasi tutta la parte rituale si basa su una versione di queste "Chiavi di Salomone", che a sua volta è derivata dal confronto di sette manoscritti differenti.
Nel periodo medievale furono compilati dei grimori attribuiti non solo a Salomone ma anche ad altre figure più o meno mitiche dell'antichità. Evidentemente conferire la paternità di un manoscritto ad un autore blasonato del mondo arcaico aveva lo scopo di aumentarne l'autorità e la veridicità. Si pensi che in questo periodo (e nel successivo Rinascimento) qualsiasi autore antico (anche se pagano) era considerato più "vero", più vicino alla "prisca sapientia", ossia alla Sapienza all'origine del mondo, più prossimo alla manifestazione originaria e iniziatica. Riassumendo, più una cosa era antica, più era vicina all'archetipo divino.
Perciò abbiamo un libro attribuito a Simone il Mago, ossia alla figura del Nuovo Testamento contemporaneo di Gesù Cristo.
La leggenda vuole che anche Simon Mago, come il Gesù evangelico, aveva compiuto dei miracoli, tuttavia fu demonizzato dalla Chiesa medievale e considerato un adoratore del demonio.
Allo stesso modo, nel medioevo si credeva che altre figure del passato, come ad esempio il poeta Virgilio, l'astrologo Tolomeo e i filosofi Aristotele, Socrate e Platone, si fossero occupate di magia, come anche di alchimia. Perciò circolavano dei grimori falsamente attribuiti a loro.
Periodo Rinascimentale
Alla fine del XV secolo (dopo la scoperta dell'America), molti cambiamenti hanno coinvolto l'Europa. Ovviamente qualsiasi mutamento sociale si ripercuote anche sulla produzione dei grimori.
Raffigurazione di un demone infernale.
Immagine tratta dal grimorio intitolato
"Magia Naturalis et Innaturalis", attribuito al
Dottor Johannes Faust (edizione del 1849)
Nel Rinascimento vi è stato un rinnovato interesse per la magia per l'ermetismo, per l'alchimia, per l'astrologia e per l'occultismo in generale. Questo interesse è stato in parte alimentato dalla traduzione in latino (risalente al 1471) del Corpus Hermeticum da parte di Marsilio Ficino.
Inoltre vi è stato un aumentato interesse per il misticismo ebraico, ossia la così detta Kabbalah. Pico della Mirandola e Johannes Reuchlin sono due degli autori dell'epoca che maggiormente si occuparono dell'argomento.
Il mago più conosciuto del Rinascimento fu certamente Cornelio Agrippa (1486-1535), noto sopratutto per i suoi tre libri intitolati La Filosofia Occulta (o La Magia) pubblicati nel 1533. Questi libri non sono propriamente dei grimori, tuttavia sono stati compilati attingendo da diversi libri di Magia precedenti, alcuni dei qual non ci sono pervenuti.
Un'altra figura di spicco dell'epoca fu il mago, medico e alchimista svizzero noto come Paracelso (1493-1541). Nelle sue opere egli sottolinea la differenza che sussiste tra magia e stregoneria, la prima considerata come "opera naturale", la seconda come opera "demoniaca". Ovviamente nel nostro linguaggio moderno il termine "stregoneria" è inteso in modo diverso, ciò dopo il 1954, data di pubblicazione degli scritti di Gerald Gardner sulla Wicca.
Altra persona celebre del periodo rinascimentale fu quella di Johann Georg Faust (Knittlingen, 1480 - 1540), alchimista, mago e astrologo tedesco. Le vicende del Dottor Faust divennero famose anche grazie alla penna di Christopher Marlowe, con la sua "Tragica storia del Dottor Faust" (Tragical History of Doctor Faustus, 1604), e di Goethe, con il suo "Faust" (1808).
Tuttavia è molto difficile stabilire con certezza i contorni storici del personaggio, tanto che alcuni storici hanno messo in dubbio che ci sia mai stato un "Dottor Faust storico".
Diversi grimori "neri" furono attribuiti alla sua figura leggendaria come il "Magia Naturalis et Innaturalis" (1612).
Il fascino per i demoni era comunque forte nel Rinascimento, perciò furono pubblicati diversi grimori nei quali sono fornite le istruzioni per evocare sia gli spiriti benigni, sia gli spiriti maligni. I più celebri tra questi sono "Il Quarto libro della Filosofia Occulta" (risale al 1559 ed è attribuito falsamente a Cornelio Agrippa) e l'"Elementa Magica", o "Heptameron" (anch'esso del 1559, attribuito altrettanto falsamente a Pietro d'Abano).
Un altro esempio di questo genere ci viene dal "Grimorium Honorii Magni", pubblicato nel 1629, ma attribuito al Papa Onorio III morto quattrocento anni prima.
La finta "bolla papale" che introduce il testo dichiara che lo scopo dei grimorio in oggetto è di insegnare ai sacerdoti come scacciare Satana in nome di Gesù Cristo. Esso invece contiene i procedimenti rituali per evocare, e successivamente comandare, i demoni.
L'avvento della stampa in Europa ha promosso la diffusione dei libri, e dell'alfabetizzazione. Perciò i testi stampati in serie potevano raggiungere un più ampio pubblico.
Vi è da notare che tra i primi testi prodotti in stampa vi erano i "testi magici".
Fu nei paesi protestanti, come la Svizzera e gli stati tedeschi, che erano liberi dal dominio della Chiesa cattolica romana, che i grimori furono stampati in massima parte.
Comunque sia, prima dell'invenzione della stampa i grimori erano riservati ad un pubblico ristretto, in genere costituito da prelati e aristocratici, sicuramente più colto della media.
Raffigurazione di un Mago presa da un
grimorio intitolato "Noli me tangere -
Compendium rarissimum totius Artis Magicae
sistematisatae per celeberrimos Artis hujus
Magistros" (1775)
Questa crescente diffusione è accompagnata dall'aumentata preoccupazione della Chiesa di Roma che nel 1599 pubblicò un "Indice dei Libri Proibiti". Molti grimori erano riportati nell'elenco, inclusi diversi testi medievali tra i quali la già citata "Chiave di Salomone".
Iniziò anche a svilupparsi una diffusa paura della stregoneria, ritenuta di natura satanica e demoniaca.
"La Magia, avendo a che fare con gli Spiriti, faceva tremare persino il villano, e allo stesso modo in cui il contadino trema nel suo focolare, il re non è al sicuro nel suo palazzo, né il Papa a San Pietro, a meno che entrambi non riescano a proteggere i loro averi." (Arthur Edward Waite - The Book of Ceremonial Magic - 1913)
Illuminismo e Romanticismo
Il XVIII secolo vide l'ascesa dell'Illuminismo, un movimento filosofico dedito alla scienza e al razionalismo, diffuso specialmente tra le classi dirigenti. Tuttavia, in gran parte dell'Europa, la fede nella magia e nella stregoneria era estremamente diffusa. I governi hanno cercato di reprimere maghi e indovini, in particolar modo in Francia, dove erano visti come "parassiti sociali", come millantatori atti a depredare i creduloni.
Nonostante l'Illuminismo e l'aperta ostilità di governi e chiesa, molti grimori furono pubblicati in questo periodo storico, tra i quali il Grand Albert, il Petit Albert (risalenti al 1782 e attribuiti falsamente ad Alberto Magno, morto 500 anni prima), il Grimoire du Pape Honorius e l'Enchiridion.
Il Petit Albert contiene un'ampia varietà procedimenti magici, da semplici incantesimi per guarire da disturbi della salute a istruzioni per creare la "Mano di Gloria", ossia un oggetto magico costituito dalla mano di un impiccato disseccata e conservata in salamoia che ha il potere di paralizzare l'individuo a cui è mostrata.
Tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, in seguito alla rivoluzione francese (1789), fu pubblicato un grimorio estremamente diffuso dal titolo "Grand Grimoire", che fornisce le istruzioni per evocare e stringere un patto con il primo ministro del diavolo, Lucifuge Rofocale, e da lui ottenere ricchezza e fama.
In genere nei grimori più antichi il Mago non stringe alcun patto con i demoni, bensì li domina nel nome di Dio, ossia nel nome e per il nome del "Sovrano di tutti gli Spiriti". Probabilmente l'idea di "patto con il diavolo" risale a questo periodo storico.
Comunque sia, in seguito una nuova versione di questo grimorio fu pubblicata con il titolo "Dragon Rouge".
Tra i libri di questo genere pubblicati in Francia all'epoca sono da annoverare il Black Pullet e il Grimoirium Verum.
Il Black Pullet (La Gallina Nera), probabilmente scritto a Roma o in Francia della fine del XVIII secolo, differisce dai tipici grimori in quanto non pretende di essere un manoscritto dell'antichità, ma è il racconto di un soldato facente parte delle forze di spedizione di Napoleone in Egitto.
Un evocazione magica e relativa
apparizione di uno "Spirito Elementale".
Il Mago, protetto da un classico
"Cerchio Magico", comanda allo Spirito
di comparire all'interno di un altro
Cerchio che reca all'interno il simbolo
dell'Elemento.
Qualcuno potrebbe chiedersi come mai i veri autori dei grimori preferirono firmarli sotto il falso nome di grandi personaggi del passato. La risposta è semplice. Intanto un autore blasonato (come abbiamo già rilevato più sopra) dona autorevolezza al testo, ma sopratutto con questo espediente si evitava di incorrere nella Santa Inquisizione.
In Germania molti storici si sono interessati alla magia. Diversi estratti di grimori sono stati pubblicati nei testi sulla storia della magia, contribuendo così a diffonderli ulteriormente. Forse il più notevole di questi autori fu il pastore protestante Georg Conrad Horst (1779-1832), che dal 1821 al 1826 pubblicò una raccolta in sei volumi di testi magici in cui si studiano i grimori come caratteristica della mentalità medievale.
In questo periodo un altro studioso dell'epoca interessato ai grimori, il libraio antiquario Johann Scheible, pubblicò per la prima volta "Il Sesto e il Settimo Libro di Mosè", due testi magici che pretendono di essere stati compilati nientemeno che dal biblico Mosè (ben 3000 anni dopo la morte di un improbile Mosè storicamente vissuto).
In Gran Bretagna, per tutto il XVIII secolo, furono prodotti nuovi grimori, come ad esempio "A New and Complete Illustration of the Celestial Science of Astrology" di Ebenezer Sibly.
Negli ultimi decenni di quel secolo, Londra conobbe un grande interesse per l'occultismo, che aumentò ulteriormente quando Francis Barrett diede alle stampe il suo "The Magus" nel 1801.
"The Magus" contiene massimamente degli estratti ricopiati da grimori più antichi, in particolare dai tre libri di Cornelio Agrippa.
Uno degli allievi del Barrett, un tale di nome John Parkin, creò il suo grimorio scritto a mano intitolato "The Grand Oracle of Heaven", o "The Art of Divine Magic", sebbene non sia mai stato pubblicato, in gran parte perché la Gran Bretagna era in guerra con la Francia e i grimori erano comunemente associati al Francese.
Alla fine del XIX secolo, molti di questi testi (tra cui "Il Libro di Abramelin il Mago" e "La Chiave di Salomone") furono utilizzati da organizzazioni magiche simili alla massoneria; le più celbri furono l'Ordine Ermetico della Golden Dawn e l'Ordo Templi Orientis. E qui, giunti alle soglie del nostro secolo, mi fermo.
Questa introduzione ha lo scopo di fornire qualche informazione di massima. Ai lettori il compito di approfondire, se lo desiderano.
I nostri corsi sulla Magia Astrale e Cerimoniale (ossia "Il Risveglio dei Magi" e "L'Adorazione dei Magi") rappresentano delle ottime opportunità per approfondire e praticare, dedicate esclusivamente al Discepolo Volenteroso.
Il Marchese di Carabà
email: m.dicaraba@libero.it
L'industrie et le savoir-faire valent mieux que des biens acquis
email: m.dicaraba@libero.it
L'industrie et le savoir-faire valent mieux que des biens acquis
Inizio Pagina