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«A dire il vero, il cielo e la terra sono la grande fonderia dove il Creatore opera le sue metamorfosi.»
Zhuang - zi
Zhuang - zi
Astri e destino |
Esiste il destino? Ogni vicenda ed episodio della nostra esistenza è già scritto e determinato? Il nostro muoverci in questo mondo è legato a fili impercettibili che ci legano, come marionette, ad un invisibile e non definito Burattinaio?
Riteniamo che domande come queste assillarono (ed assillano) l’uomo di ogni tempo, da quando ci si rese conto (nell’alba dei tempi) che gli astri hanno un’influenza attiva e potente sul mondo che conosciamo.
In effetti, riflettendoci, se non esistesse qualcosa di scritto e predeterminato l’Astrologia stessa non avrebbe alcun senso né alcun modo d’essere e con essa ogni tipo di pronostico, vaticinio, divinazione, oracolo ed attività affini.
Ed invece noi sappiamo che, da che mondo è mondo, esistono profeti, vaticinatori, auguri, veggenti, indovini e chi più ne ha più ne metta.
Quindi o assumiamo che i nostri antenati (e taluni Sapiens contemporanei) sono privi di qualsiasi senno, oppure (ed è il nostro caso) ci si da la briga di esaminare se esista una determinazione astrologica e perché.
Ci rendiamo conto che l’argomento è assai ostico, irto di ostacoli su cui è possibile inciampare. Consci del pericolo cercheremo di attingere dagli scritti classici a nostra disposizione qualche lumicino che rischiari, almeno un pò, il buio cammino di ricerca.
Cominciamo da Claudio Tolomeo, il quale nel suo Tetrabiblos (testo considerato dagli astrologi di ogni tempo una sorta di "Bibbia") insegna:
"Non richiede lunghe dimostrazioni e a tutti è evidentissimo come una certa forza si propaghi dalla natura eterea e sempiterna e penetri in tutta la regione che attornia la terra, la quale è sempre soggetta al mutamento."
Rincariamo la dose con un estratto dall’opera di Aristotele sulla Meteorologia:
"Questo mondo è di necessità continuo con le traslazioni superiori, perciò la possibilità di ogni suo mutamento dipende dalla traslazione superiore; da essa deriva infatti il principio del movimento, e quella causa è da considerarsi la prima."
Indubbiamente questo modo di vedere la realtà è assai antico.
Comunque sia, da quanto su riportato, si evince che esiste una "causa prima" di origine superiore che produce ogni moto in natura. Questa causa è "una forza eterea e sempiterna" che è propriamente lo Spirito che proviene dagli Astri.
Questo Spirito è quella "forza forte di ogni forza" di cui parla Ermete nella sua Tavola Smeraldina... evidentemente si tratta di qualcosa di misterioso ed intangibile che taluni hanno chiamato "Luce" o "Verbo" (la "Parola") quasi certamente considerando il senso analogico e non letterale dei due termini.
Un esempio di ciò ci viene fornito da un paio di passaggi del magnifico prologo del vangelo di Giovanni quando si legge :
"In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la Vita era la Luce degli uomini; la Luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta." (Giovanni 1,1-5)
Giacché in questa misteriosa entità eterica ci si vedeva sostanzialmente qualcosa di divino (poiché cosa può muovere la natura se non il Creatore stesso?) l’identificazione di questa con lo Spirito Santo, ossia la terza Persona della santissima Trinità, parve come un qualcosa di naturale specialmente nel rinascimento quando gli studiosi dell’epoca miravano alla riconciliazione tra il cristianesimo e le sapienti dottrine filosofiche dell’antichità.
La riscoperta, ad esempio, del "Corpus Ermeticum" fa parte di questo tentativo:
"Il cielo, dunque, che è il dio percepibile dai sensi, è amministratore di tutti i corpi... ma Dio stesso, il Creatore, è governatore del cielo, dell’anima e di tutte le cose che sono nel mondo." (Corpus Ermeticum - Asclepio)
In effetti molti autori classici dell’Astrologia sono unanimemente concordi su questo punto decisamente essenziale: "In questo mondo sublunare Dio comanda e gli Astri eseguono".
E’ il caso del famoso abate Tritemio il quale negli astri vedeva i così detti "Secunda Deis" ovvero delle divinità secondarie che hanno il ruolo speciale di "ministri" ed esecutori della volontà divina.
Anche l’astrologo Robert Fludd (1574-1637), con il quale siamo in debito per gli spunti che ci ha offerto per questo nostro lavoro, pare dello stesso avviso:
"Tutto ciò, diciamo, giunge per l’ordinanza divina e per mezzo degli Astri che l’eseguono necessariamente in quanto suoi ministri; e perciò questi ultimi sono stati chiamati, non senza eleganza, da alcuni filosofi: le Dita della Natura, dato che, senza loro, la Natura non agisce affatto, non opera nulla in questo mondo inferiore." (De Astrologia)
Guardando la natura ci si rende effettivamente conto che molti fenomeni (tra cui quelli più evidenti sono l’alternarsi delle stagioni) hanno una regolarità notevole ed inequivocabilmente legata al corso degli astri e specialmente ai due "Luminari" ovvero il Sole e la Luna.
Questo è già un vero e proprio "determinismo" poiché, con cadenze regolari, si producono eventi e variazioni climatiche.
Le sfere che separano il nostro mondo
da Dio e la discesa dello Spirito Santo
- Robert Fludd - Ultriusque Cosmi (1617)
Potrebbe questo determinismo stabilito da Dio estendersi anche ai fenomeni fisici e psichici di ognuno di noi? Se è vero che l’alternarsi delle stagioni è legato ad una volontà superiore questa volontà potrebbe estendersi su tutto?
A nostro modo di vedere questa possibilità esiste essendo (come abbiamo visto) uno degli assunti astrologici preliminari.
Ammettendo che le cose vadano effettivamente in questo modo, come giustificare, in una realtà che dovrebbe essere governata da un Dio che per definizione è il "Bene Supremo", la morte, la vecchiaia, l’egoismo, l’avidità, la violenza e tutti i mali e le debolezze che giornalmente si rendono evidenti ai nostri occhi?
Seguendo la teoria astrologica esiste questo Spirito (lo Spirito Santo di cui abbiamo parlato) che è una sorta di "mediatore" tra il cielo e la terra.
Pensiamo al mitico dio Mercurio, con il caduceo, il petaso ed i piedi alati, che presso gli antichi aveva (come gli angeli della tradizione cristiana) il compito di fungere da "messaggero" tra gli dei e gli uomini.
Dicevamo, questo Spirito è portatore dell’Anima Mundi ossia di un raggio della mente di Dio.
Questo Spirito dall’alto dei cieli, sede dell’Empireo, discende qui sulla terra attraversando le sfere celesti sino all’ultima sfera, quella della Luna. Dopo di che la Luna invia questo influsso alla Terra (da qui il nome di "mondo sublunare").
A questo punto lo Spirito si incarna, il raggio di luce divina prende corpo e va a costituire ciò che, nell’uomo, chiamiamo Anima.
Ma non solo, detto Spirito fornisce anche la vita a tutti i corpi. Quando un essere vivente muore vuol dire che lo Spirito vivificante ha abbandonato momentaneamente quel corpo.
Il punto problematico della questione è che lo Spirito, che discende come un torrente in piena nell’ incarnazione, "dimentica" (per così dire) la sua origine celeste. In effetti la materia è ad un grado infinitamente più impuro rispetto alla limpidezza assoluta dei Cieli. Ed è qui, nel mescolamento tra l’alto ed il basso, che nascono il bene ed il male, la salute e la malattia, l’amore e l’odio nonché ogni genere di dicotomia ed opposizione.
Se l’uomo agisce in conformità con la materia e con gli istinti terreni sarà passivamente in balia dell’influsso astrale. Quest’ultimo verrà "filtrato" e "colorato" in modo "terreno" dal ricevente ed il tutto si tradurrà in un destino che si compie immancabilmente poiché l’anima verrà sballottata a destra e a manca dai suoi istinti primordiali misti agli stimoli superiori.
Parlando per metafore è un pò come mettere dell’acqua di fonte (lo Spirito) in un vaso d’acqua putrida (il Corpo umano). La risultante sarà un intorbidamento generale. Comunque sia in ciò consiste la fortuna dell’astrologia ovvero in un destino che si compie immancabilmente dato che la maggior parte degli uomini possiede un Anima assopita.
Quindi a questo punto sarà chiaro che si rende necessario il ridestare il nucleo divino dentro di noi che poi sarebbe l’obiettivo vero e reale di tutte le religioni sane e di tutte le tradizioni iniziatiche di ogni tempo.
Un’Anima sveglia non è più soggetta ad alcun determinismo, è "libera" pur seguendo le istruzioni che provengono dall’alto. Si tratta di uno stato di immensa felicità in cui si è liberi eppure sottomessi alla volontà divina.
Come dice Giovanni nel suo Vangelo:
"Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Giovanni 8,32)
Anche il noto egittologo ed ermetista Schwaller de Lubicz distinse un "destino inferiore" da uno "cristico":
"Il destino (di ogni uomo) è il complesso astrale della sua formazione, è il determinismo della forma inferiore che impressiona il fisico, l’emotivo, il mentale. Non esiste determinismo per lo spirito. Ma in ogni essere umano vi è un destino cristico latente, che è l’aspirazione dell’anima alla liberazione, alla salvezza o alla redenzione."
(Tratto da: "Insegnamenti e scritti inediti"- mediterranee)
Quindi, concludendo, il nostro compito qui sulla terra, dopo la caduta rovinosa dello Spirito, sembrerebbe quello di affrancarci dalla materia che ci imprigiona, di prendere coscienza della nostra derivazione divina per un possibile ritorno all’origine Edenica dove la Luce di Dio risplende in tutto il suo amorevole fulgore.
Anche l’astrologia, a nostro modo di vedere, si inserisce in quest’ottica. Infatti appreso il destino che ci attende, si potrà cercare (con tutto l’impegno di cui si dispone) di "spiritualizzarlo". Se il fato ci chiama.
Il Marchese di Carabà
email: m.dicaraba@libero.it
L'industrie et le savoir-faire valent mieux que des biens acquis
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