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«Infatti Dio ha suscitato in lei un germe di Vita, e questo germe sarà benedetto, ed ella sarà benedetta e sarà costituita madre di benedizione eterna»
Vangelo dello Pseudo Matteo
Vangelo dello Pseudo Matteo
L’Immacolata Concezione
Secondo la tradizione Cristiana l’8 Dicembre è la data che segna l’inizio del periodo Natalizio. A partire da tale giorno, infatti, la tradizione vuole che case e cuori siano pronti all’attesa del Natale, ovvero alla venute del Salvatore, simbolo della Luce.
Questa ricorrenza è così importante in Italia da essere riconosciuto dalle istituzioni pubbliche e comparire fra i giorni festivi insieme alla Domenica, al Natale e alla Pasqua.
Ufficialmente questo giorno è ritenuto così fondamentale poiché sottolinea il dogma della purezza di Maria concepita in modo «immacolato» (cioè «senza peccato»), tuttavia le sue radici sono molto più profonde e affondano nel cuore del popolo.
Ancora una volta le celebrazioni legate alla Madonna sono espressione di quell’intimo rapporto con la Dea Madre che nessun culto governativo e nessun potere terreno ha mai potuto sradicare.
Nel cattolicesimo della prima ora, infatti, non c’era posto per un culto femminile ma ben presto i «padri della Chiesa Cattolica» si resero conto che il popolo non aveva nessuna intenzione di rinunciare al culto delle Dee e così, in sordina, cominciarono a dare importanza a Maria di Nazareth seguendo per lo più la volontà popolare che a dispetto di qualsiasi concilio festeggiava la sua Madonna (termine derivato da «mia donna» e cioè «mia signora»), così come la onorava da millenni. Tuttavia era necessario che le feste della Dea fossero cristianizzate e per far ciò bisognava canonizzare Maria di Nazareth.
Il basamento per questa operazione furono principalmente i così detti «vangeli apocrifi» i quali dedicavano largo spazio a personaggi ed eventi che il cattolicesimo considerò marginali quali, appunto, Maria di Nazareth e i suoi genitori.
Se, infatti, presso il cattolicesimo romano approvato da Costantino non vi era posto per le donne così non era presso altre sette cristiane, specie quelle orientali. Non a caso la celebrazione dell’Immacolata Concezione giunse in Europa dall’Oriente (come molte altre manifestazioni del culto mariano) dove è attestata già dall’VIII secolo alla data del 9 Dicembre e si ispirava al racconto della concezione di Sant’Anna, madre di Maria, presente nel Protovangelo di Giacomo.
Secondo questo testo apocrifo Anna, genitrice di Maria, era sterile e perciò lei e suo marito subirono umiliazioni. Angosciata la donna pregò in lacrime Jhavè affinché concedesse la fertilità al suo ventre e, quando un angelo le annunciò che il suo desiderio sarebbe stato esaudito, ella, fra le lacrime di contentezza, promise che la sua prole sarebbe stata consacrata a Dio.
Contemporaneamente angeli visitavano Gioacchino nel deserto informandolo che era tempo per lui di tornare a casa: la sua richiesta sarebbe stata esaudita.
Il protovangelo di Giacomo non è l’unico testo orientale che riporta l’infanzia di Maria. Questa storia è narrata anche nel Protovangelo di Matteo, testo apocrifo che diede origine alla credenza popolare secondo cui Maria di Nazareth fu concepita in assenza di rapporti sessuali, dunque per «immacolata concezione» essendo a quei tempi il sesso considerato il peccato per antonomasia.
Se quindi già nell’VIII secolo i monaci bizantini importavano la festa della Concezione di Sant’Anna (così era chiamata la festa), nell’Italia Meridionale ci vollero molti secoli per la totale canonizzazione di Maria e per la creazione del dogma della sua purezza con tanto di verginità.
Essa fu inserita nel calendario della Chiesa Cattolica da papa Alessandro VII con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum dell’8 dicembre 1661, quasi 1000 anni dopo!
E ancora, fu soltanto l’8 Dicembre del 1857, che papa Pio IX, inaugurò e benedisse a Roma , il monumento dell’Immacolata, detto di Piazza di Spagna, in realtà nell’adiacente Piazza Mignanelli.
La festa, però, ha assunto il suo carattere solenne solo nel 1958, quando papa Giovanni XXIII (detto il Papa Buono) uscì dal Vaticano e si recò personalmente in Piazza di Spagna, per deporre ai piedi della Vergine Maria un cesto di rose bianche, e successivamente fece visita alla basilica di Santa Maria Maggiore. Tale consuetudine è stata continuata anche dai papi successivi.
La visita in Piazza di Spagna prevede un momento di preghiera, quale espressione della devozione popolare. Non è infatti un caso che tale usanza sia stata inaugurata da un papa amante delle folle, di origine così popolare come Giovanni XXIII, essendo questa una festa che la Chiesa ufficiale ha modellato sull’impronta datale dal popolo.
Quello Mariano, infatti, è un culto popolare, che sfugge alle logiche di potere obbligando spesso i teologi e i teorici della fede a fare acrobazie filosofiche o a cercare ancore di salvezza disperate perché questa madre piena d’amore e passione resti nei ranghi imposti dalle tuniche bianche e dagli sfarzi vaticani.
Il culto mariano altro non è che la continuità con il culto della Madre Terra, tanto che spesso l’iconografia cristiana e quella precristiana coincidono sorprendentemente.
Nel Protovangelo di Matteo Anna concepisce per virtù dello Spirito Santo, esattamente come farà Maria più avanti. Sebbene il passo in questione sia controverso e soggetto a diverse interpretazioni noi non ci lasceremo intrappolare da sterili discussioni teosofiche e andremo oltre, al significato di un concepimento tanto miracoloso.
Maria è concepita allo stesso modo del Figlio di Dio, questo la pone allo stesso livello di suo Figlio, la dichiara di origine divina e non umana, perciò, sebbene in modo opportunamente velato il protovangelo di Matteo ci dichiara che Maria è una Dea non una semplice sacerdotessa o l’incubatrice che si è cercato di far credere.
In effetti, per quelle correnti gnostiche che diedero origine o influenzarono i vangeli apocrifi di Giacomo e Matteo Maria è la Sophia redenta, ovvero il volto femminile di Dio.
Lo stesso mito del concepimento di Gesù ci rimanda, tra l’altro, all’allegoria della ierogamia tra Cielo e Terra.
Lo Spirito di Yavé rappresenta infatti il maschile, l’energia Celeste Yang che viene accolta dal femminile, la Terra Yin, ovvero Maria.
Questa terra è vergine poichè si dona solo ed esclusivamente a ciò che le è congeniale, ovvero al Cielo. Prima del Cielo ella non ha conosciuto altri.
Maria riunisce in se tutte le antiche divinità femminili, per questo è vergine e madre al tempo stesso.
La Verginità la accosta all’Artemide greca e alla Diana romana, difatti il carattere lunare di Maria è presente in diverse raffigurazioni. La verginità la accosta anche a divinità femminili quali Athena e Brighit, dee simbolo di una femminilità indipendente e combattiva ed in effetti la Vergine è nel Vangelo una figura forte, indomita, che partorisce in una stalla, praticamente da sola, sprona il figlio ad intraprendere la sua strada pur sapendo che ciò vorrà dire vederlo morire e segue questo figlio per tutta la Palestina, confortando i pellegrini mentre Gesù è in vita e dando coraggio e consolazione ai discepoli una volta che egli sia morto.
Ma Maria è anche moglie, ella è la naturale sposa della divinità. Il suo concepimento è il simbolo della dualità che si genera dall’Unità (Maria è concepita tramite lo Spirito perciò è l’Uno che si scinde) al solo scopo di dare vita all’Androgino, il demiurgo buono, unica guida possibile per l’umanità.
Gesù ha infatti tratti molto femminili quali la dolcezza e l’amore per i bambini e tratti decisamente maschili quali la durezza e la fermezza.
L’Immacolata Concezione rappresenza l’arrivo dell’energia Celeste sulla Terra. Nell’Immacolata Concezione Maria è Figlia, è assimilabile alla figura di Kore. Come Persefone discende nell’Ade così Maria dovrà entrare nel tempio, sottraendosi alla vita mondana per uscirne, parafrasando De Andrè, «al suo maggio».
Come Demetra è «Persefone matura» così Anna è «Maria anziana», lo conferma la sovrapposizione dei due concepimenti.
Anche Anna è «sposa divina», infatti, secondo il Protovangelo di Giacomo essa prega sotto il lauro vestita da sposa, esattamente come Giuseppe anche Gioacchino è escluso dal concepimento ma non dal ruolo di padre.
Infine Maria è Madre, «Madre per sempre». Continuando nella nostra parafrasi e madre dell’umanità intera, perciò rappresenta la Terra. Tale ruolo è confermato dalle innumerevoli Madonne Nere che puntellano il culto Mariano come stelle nel cielo.
Prima che gli alti poteri se ne accorgessero e spronassero i filosofi a porre riparo Maria aveva già accolto il popolo nel suo ventre e da questo era stata riconosciuta come Madre. Non si può impedire ad una madre e dei figli di riconoscersi, ma Maria è molto di più.
Il mutare dei tempi è stato come un vento forte, una corrente gelida ben direzionata verso i valori maschili della competizione, la forza e la razionalità che è andata crescendo nei secoli e che sembrava aver trovato la sua massima espressione, nei primi secoli del Cristianesimo, nelle religioni monoteiste gestite da poteri, appunto, maschili.
Invece le Dee si sono coalizzate, l’immagine della femminilità riflessa nell’Età classica nei volti di molte Dee e risuonante nelle argentine risate di Ninfe ha ritrovato la propria unità, esprimendosi nella sua interezza nel volto di Maria, Vergine e Madre.
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