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«Io so che pendetti dall’albero spazzato dal vento
Per nove notti intere,
dalla lancia ferito e sacrificato a Odino,
io stesso a me stesso,
su quell’albero che nessuno sa
da quali radici cresca.
Pane nessuno mi diede né corno per bere,
in basso guardavo;
raccolsi le rune, urlando le presi,
poi caddi di lassù.»
Carme di Odino
Per nove notti intere,
dalla lancia ferito e sacrificato a Odino,
io stesso a me stesso,
su quell’albero che nessuno sa
da quali radici cresca.
Pane nessuno mi diede né corno per bere,
in basso guardavo;
raccolsi le rune, urlando le presi,
poi caddi di lassù.»
Carme di Odino
L’Origine delle Rune |
Nella cultura nordica le rune contengono il segreto stesso dell’esistenza.
Ciascuna di esse rappresenta una delle fondamentali essenze della vita e del mondo.
Rune incise su «Agata Nera».
Il colore di questa pietra evoca il sacrificio del
dio Odino e la morte necessaria per acquisire
la Sapienza.
L’origine storica delle rune è incerta, ma ritrovamenti archeologici risalenti al 1930, fanno pensare che esse derivarono dal Nord Italia, dall’alfabeto etrusco. Questa teoria fu decisamente respinta dalla Germania Nazista che pretendeva le Rune esclusivamente nordiche e originarie di Thule, terra a Nord della Germania.
Storicamente la collezione di Rune più antica che si conosca è il Futhark Antico, chiamato Futhark Germanico che contiene 24 caratteri runici e prende il suo nome dal suono delle prime rune.
Esse non sono semplici segni alfabetici, ma, come i geroglifici egizi che adornavano tombe e sarcofagi, le rune sono delle entità magiche vere e proprie. Esse sono incise o dipinte (talvolta col sangue o comunque con un colore che lo ricordi) dal mago-sacerdote su pietre runiche che hanno la funzione di abbellire ma anche di tramandare la sapienza nei luoghi sacri, come per la pietra runica di Noleby sulla quale si legge: « Rune dipingo, che derivano dagli dei ».
Difatti, alle Rune è attribuita un’origine divina. Sulla pietra di Sparlosa (Vastergotland, Svezia, IX sec.) è detto che esse furono fatte dagli dei e dipinte dal «cantore magicamente potente», termine con il quale si allude al sacerdote come mago (probabilmente Odino stesso) conoscitore dei segreti della vita.
Un esempio di «pietra runica», ovvero una
roccia che tipicamente veniva incisa in
memoria di un defunto. (sec. XI d.C.)
Infatti Odino è la suprema divinità del panteon nordico, ma anche la più complessa e completa. Egli è un dio-creatore, un dio del «Verbo» inteso come veicolo magico per eccellenza, infatti come altri dei-creatori Odino è il sommo mago ed ha insegnato la magia agli uomini e donne che l’hanno meritato.
Esattamente come l’Ermes greco, il Mercurio romano, il Thot egizio e l’Ermete Trismegisto del Rinascimento Italiano, Odino ha una forma mutevole e indefinita, è personificazione di molteplici aspetti dell’esistenza, egli, più che un’entità materiale è un’Essenza, una Forza che pervade il cosmo e partecipa di ogni manifestazione visibile e invisibile dell’essere.
Più che un mago, Odino è la magia stessa.
Il sacrificio di Odino
Odino, è anche considerato il protettore degli uomini, dio della Sapienza e della Saggezza, sacrificatosi per rivelare all’umanità molti dei segreti della natura nascosti nelle Rune.
Egli si recò ai confini del mondo, fino all’albero Yggdrasil, il Frassino Cosmico, l’Albero dal quale, secondo la cosmogonia nordica è nata tutta la vita sulla terra.
Per questo motivo Yggdrasil custodiva dentro di sé i misteri della natura e, primo fra tutti, il segreto della Vita, e ciò lo rendeva l’unico mezzo attraverso il quale giungere alla conoscenza.
Per conquistarla Odino ha dovuto superare diverse prove, tutte dal sapore iniziatico-sciamanico giungendo, così, presso la fonte del gigante Mìmir.
Situata in vicinanza della terza radice del Frassino Cosmico, quella che si protende fino a Jötunheim, la terra dei Giganti, la fonte dona la Saggezza a chi si abbeveri, tanto che il suo custode Mìmir è l’essere più saggio del mondo poiché beve alla fonte tutti i giorni attraverso il proprio corno.
Per ottenere il permesso di bere, Odino dona un suo occhio al gigante, quindi si trafigge con una lancia perché il suo sangue sgorghi ed egli germogli e si appende per i piedi a Yggradasil affinché il sacrificio di sé stesso lo conduca alla Conoscenza.
Dopo nove giorni e nove notti Odino acquisisce la magia imparando nove canti (uno dei quali in testa all’articolo), la Conoscenza e il possesso delle Rune e i segreti della natura e della vita.
La leggenda racconta dunque diverse versioni secondo le quali Odino insegna parte di questa conoscenza agli uomini ritirandosi, poi, nel Recinto degli Dei, dal quale pur con un solo occhio domina il mondo grazie alla potenza della sua magia e i suoi fidi corvi Huggin e Munnin (pensiero e memoria).
Il dio Odino raffigurato con i suoi due lupi,
Geri e Freki, ed i suoi due corvi, Huginn e
Muninn. In mano reca la lancia Gungnir.
(cfr - A.Murray, 1865, «Manual of Mythology»)
Huggin e Munnin
Huggin e Munnin hanno il compito di sussurrare all’orecchio del dio tutto quanto succede nel mondo, specialmente quanto compiono gli uomini.
Infatti questi ultimi sono le creature più crudeli della creazione, perché Odino ha regalato loro Conoscenza, ma non la Saggezza che può essere acquisita solo con l’esperienza, perciò, non essendo saggi, utilizzano male le proprie conoscenze.
Per questo motivo Odino si è ritirato nel Recinto degli dei lasciando il genere umano a sé stesso fino a che questi non acquisirà la saggezza, allora, il dio tornerà fra gli uomini.
La magia, dunque, non è il mezzo attraverso il quale il genere umano può soddisfare i propri capricci, ma un grande potere che, a volte può essere pericoloso.
In un’antica saga è infatti narrato di un giovane che intagliò delle rune al probabile scopo di far innamorare una ragazza. Egli però non era esperto, perciò le causò una malattia dalla quale ella poté guarire solo quando lo scaldo Egill bruciò le rune malvagie.
Non basta dunque conoscere le Rune, ma è necessario anche saperle interpretare, allo stesso modo, non è sufficiente possedere un potere, perché questo sia proficuo e non nocivo e distruttore è necessario saperlo adoperare con saggezza, cosa che, come dimostra la storia appena narrata, gli umani non sanno ancora fare.
Tuttavia essi non sono senza speranza. Attraverso le rune è possibile anche acquisire la saggezza, poiché la magia non è solo un potere, ma anche e specialmente un percorso iniziatico verso un sé più alto.
La magia è un mezzo, un’esperienza che, poco per volta, insegna sé stessa da sé stessa.
Le Norne
Secondi i norvegesi, le Rune sono opera delle Norne corrispondenti nella mitologia greca alle tre Parche.
Anche le Norne sono tre e, rispettivamente «Urdhr» (il Passato), «Verdhandi» (il Presente) e «Skuld» (il Futuro).
Durante il giorno le tre fate intagliano le rune su tavolette di legno, oppure intessono teli di lino o giocano tra loro mettendo in palio il destino degli uomini. Oltre che di gestire la sorte degli uomini e degli dei, hanno il compito di innaffiare le radici di Yggdrasil.
La «Predizione dell’indovina» sottolinea che le prime rune furono incise dalle Norne, perciò da esse inventate ponendo l’accento, in questo caso, la loro stretta connessione con il destino.
Difatti le rune sono anche un potente strumento divinatorio.
Anticamente erano incise su bacchette di legno, come mostrato in un’immagine da Olaus Magnus, in Historia de gentibus septentrionalibus, Romae 1555.
Col tempo, però, le bacchette lignee sulle quali erano incisi i segni divennero sempre più piccole fino a che non s’incise un solo segno grafico per bacchetta o lo si dipinse su un sassolino, dal cui lancio si traevano responsi, circa il futuro e il presente.
In tutte le epoche e in tutte le società, la divinazione ha ricoperto un ruolo importantissimo. Qui è connessa a tre fate che tessono non solo il destino umano ma, anche quello divino. Le Norne tessono il destino del cosmo intero, il suo nascere, evolversi e ripiegarsi su sé stesso nella catastrofe di Ragnarok per rigenerarsi nuovamente.
Perciò la funzione divinatoria delle rune non è da sottovalutare poiché è quella funzione che permette all’uomo di entrare in contatto con la Sapienza delle cose che le Rune contengono. La funzione divinatoria delle Rune le indica come depositarie del sapere delle epoche, come ponte fra le ere e i cicli, come entità che li trascendono e possono condurre alla trascendenza della realtà illusoria a essi soggetti che sarà distrutta con il Crepuscolo degli Dei per rinascere, rigenerata ma pur sempre illusoria, poco dopo.
L’ultimo dono di Mìmir
Le rune incise su delle bacchette di legno
(cfr: Olaus Magnus, «Historia de gentibus
septentrionalibus», 1555)
Come abbiamo già detto, il gigante Mìmir era l’essere più saggio della terra, per questo motivo, Hoenir capo degli dei Vani (Nota 1), non prendeva alcuna decisione senza averlo prima consultato.
Perciò gli dei si convinsero che il gigante lo manipolasse (Nota 2), tennero consiglio, decisero di uccidere Mìmir e così fecero.
I Vani odiavano i guerrieri e per questo, inviarono la testa del gigante a Odino, appunto dio della guerra e capo degli Asi, il quale, riconoscente per il dono della saggezza ricevuto a suo tempo dal povero decapitato, imbalsamò la testa con diverse erbe e, attraverso la magia, le diede la facoltà di parlare ancora, « allora la testa di Mimir proferì suono e dal suono nacquero le Rune ed ogni cosa ».
Quindi Odino pose la testa di Mimir presso le radici di Yggdrasil e da allora ogni qualvolta deve prendere una decisione, il dio galoppa con Sleipnir, il suo cavallo ad otto zampe fino alla testa di Mimir per chiedere consiglio.
In questa storia la magia nasce dalla parola, dunque dal Verbo del Saggio, sacrificato e, unitamente ad essa tintinnano anche le Rune.
E’ qui sottolineata una triplice natura delle rune, quella magica (poiché esse nascono insieme alla magia), quella di ricettacoli di saggezza (poiché sgorgano dal verbo della saggezza) e infine quella di simboli direttamente connessi con il divino, perciò di contenitore di potere magico.
Le rune, sono, nella cultura nordica, il ricettacolo di tutta la magia esistente, di ogni potere, distruttore o generatore che sia. Esse possono portare fortuna o maledire, guarire e far ammalare, proteggere e perseguitare, donare saggezza o demenza.
Come gli dei, e specialmente come Odino, esse possono tutto e il contrario di tutto, anzi, le rune vanno ben oltre gli dei.
Giungerà, difatti, la fine di questo tempo. Quando la misura sarà colma questo mondo perirà nel crepuscolo degli dei. Allora tutti gli uomini e donne, tutti gli esseri sovrannaturali, tutti gli animali e tutti gli dei, buoni e cattivi periranno.
Ogni cosa di questo mondo sarà divorata dal fuoco e inghiottita dall’oceano, tutto, tranne loro, le rune, esse esistono da sempre ed esisteranno per sempre.
Rune nel tempo
Nel carme di Vafprùdnir le rune appaiono come patrimonio antico di conoscenza di un altro saggio gigante e nella Predizione dell’indovina sono riconnesse all’origine del tempo laddove si dice che all’inizio del prossimo ciclo di vita gli dèi sopravvissuti «si ricorderanno delle antiche rune».
E dalle rune ripartirà il nuovo mondo, le rune assisteranno alla fine di questo ciclo e benediranno l’inizio del nuovo, aiutando gli dei sopravvissuti a terminare il proprio destino (Nota 3).
Insomma, come dice la parola stessa, le Rune sono il «sussurro divino» che parla al cuore di chi le adopera con sincero desiderio di saggezza e conoscenza, ciottoli incisi, sono il sostegno per giungere dall’altra parte del fiume e portare così a termine il nostro percorso evolutivo.
Quando il nostro crepuscolo sarà concluso, ed ognuna delle maschere che abbiamo divinizzato in noi sarà perita, lasciando finalmente libero il nostro vero Io, le rune saranno ponte tra il nuovo mondo e quello vecchio nel quale ancora ci troviamo ma che ci apprestiamo a lasciare.
Esse ci guideranno nella conoscenza dei veri noi stessi così come ci hanno guidato nella lotta contro i nostri «mostri», i nostri «dèi interiori», in un «solve et coagula» della nostra anima, dove ogni dicotomia sarà disciolta per poi rigenerarsi in un essere nuovo.
Buona lettura, in tutti i sensi
Bimbasperduta
email: fenice_52@libero.it
blog: I Tarocchi d Bimbasperduta
Bimbasperduta
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