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«Arretra,
torna indietro
O tempo, nel tuo volto
ritorno ancora bambina
solo per questa sera»
torna indietro
O tempo, nel tuo volto
ritorno ancora bambina
solo per questa sera»
Elisabeth Akers Allen
Jack O’Lantern |
«Quante belle zucche!... Ma, nonna, perché s’intagliano le zucche?
«Per Jack, Angelica cara, sono la sua lanterna.»
«Jack? Chi è nonna?»
« Molti anni or sono, in Irlanda viveva un uomo di nome di Jack, ma la gente del suo villaggio lo aveva soprannominato "Ne’er-do-well" che vuol dire: "Non ne combino una giusta", a causa del suo pessimo carattere e della sua passione per il vino e il gioco d’azzardo.
«Quante belle zucche!... Ma, nonna,
perché s’intagliano le zucche? «Per Jack,
Angelica cara, sono la sua lanterna.»
La sera di Ognissanti fu proprio una di quelle sere in cui Jack vinse molto al gioco e non solo per fortuna. In città era arrivato uno straniero che, ignaro della fama di baro che glorificava Jack, aveva pensato che non vi fosse nulla di male nel festeggiare Ognissanti con qualche partitella a carte. E così, il nostro Bravo guadagnò a sufficienza per bere più di quanto avesse fatto in qualsiasi altra sera di quell’anno.
Sebbene fosse ubriaco e zuppo di vino come una spugna non si sentiva ancora sazio, si frugò nelle tasche e, accorgendosi che queste erano ormai vuote cominciò a imprecare.
«Non hai bevuto abbastanza stasera Jack?» - Gli disse un tizio, che era alle sue spalle.
«Chi diavolo sei che t’impicci dei miei affari?» - Rispose irritato Jack
«Quello che ti riporterà a casa, Jack.»
Un brivido gelido scivolò attraverso la schiena di Jack. Si voltò e rimase paralizzato dallo stupore e dalla paura quando vide lo straniero: davanti a lui, scuro e terribile ghignava Satana in persona.
«Sai Jack, di solito mando qualcuno dei ragazzi ma, per un demonio come te, ho deciso di fare un’eccezione.»
il Diavolo aveva proprio ragione! Quel Jack era un demonio! Qualsiasi altro uomo sarebbe morto all’istante per la paura, invece lui, passato il primo stupore Jack, guardò il Diavolo dritto negli occhi e disse che avrebbe seguito il diavolo senza fare storie, chiedeva solo di poter fare un ultima bevuta prima di andare. Se solo il signore degli Inferi avesse avuto idea di quale demonio aveva davanti avrebbe ghermito Jack in un battibaleno, senza nemmeno dargli il tempo d’aprir bocca ma Satana era tanto pieno di se che, proprio come fanno molti uomini sulla terra, nel valutar se stesso sottolatutò Jack, e gli concesse la bevuta.
«Oh ma povero me» - cominciò a lamentarsi l’astuto bevitore «non ho più soldi! E dire che mi basterebbero sei pence! Non so proprio come fare, a meno che tu... No, che sciocchezza è ovvio che non puoi.»
«Non posso? Come ti permetti Jack, io sono Satana, io posso tutto!»
«Davvero? Potresti anche trasformati in una moneta da sei pence?»
«ÈAh ah aha ahah come sei ingenuo! Per me un gioco da mocciosi.»
E in meno di un batter di ciglia il Diavolo si trasformò in una lucida moneta e saltò fra le dita di Jack che, serafico, la mise nel suo portamonete. Appena la chiusura scattò la moneta cominciò a urlare:
«Che scherzo è questo? Brutto figlio di una buona donna! Toglimi subito da qui, ronzino! Ti farò pentire d’essere nato!»
Ma tutte quelle urla e minacce erano inutili, il diavolo non si era accorto che, sotto il sudiciume, il portamonete di quel manigoldo era decorato da una croce ricamata. Fino a che fosse rimasto lì, il diavolo non avrebbe potuto riprendere i suoi poteri. Jack lo sapeva bene, così disse al diavolo che lo avrebbe liberato solo alla condizione di ottenere la promessa di essere lasciato libero per un anno ancora.
Disperato, soffocato dalla croce, il diavolo promise. Allora Jack tirò fuori la moneta e il Demonio, riprese le sue sembianze, svanì nel nulla fumante e rabbioso, senza nemmeno salutare.
E in meno di un batter di ciglia il
Diavolosi trasformò in una lucida
moneta e saltò fra le dita di Jack...
«Ci rivediamo Jack. Pronto per il viaggio?»
«Come no? - Rispose Jack, - anzi, ero in ansia, temevo ti fossi dimenticato di me. Sai, l’altro anno mi hai proprio sorpreso, quella di trasformarti in una moneta è stata una gran prodezza!»
«Sciocchezze, è stata solo una sciocchezza,» disse il Diavolo tutto tronfio, facendo finta di aver dimenticato la figuraccia fatta l’anno prima «non faccio per vantarmi ma, nessuno può eguagliare i miei poteri e le mie capacità»
«Non dubito che tu sia bravo, tuttavia, scommetto che non riesci, una volta salito su quest'albero, a scenderne»
«Che razza di scemenza, sei proprio un idiota, certo che posso!»
E prima ancora di finire che finisse la frase Satana era già in cima all’albero. Con la sua solita prontezza Jack incise una croce sulla corteccia del tronco impedendo così al Diavolo di scendere.
«Brutto figlio di una vacca! Mi hai ingannato ancora! Che tu sia maledetto fammi scendere! cancella quella croce maledizione!»
«La cancellerò ma solo a una condizione: prometti che non pretenderai mai più la mia anima.»
«Prometto manigoldo, non voglio vederti mai più, ma ora cancella quella croce!»
Detto fatto, Jack strappò dall’albero la corteccia e Satana fu libero di svanire nell’Inferno.
Per parte sua, Jack se ne andò a bere e non pensò più a quest’avventura né a nessun’altra cosa che non fosse, bere, giocare d’azzardo e poltrire. Se anche lui fosse stato, come il diavolo, meno ingenuo e meno pieno di se, avrebbe agito diversamente, ma spesso gli uomini errano nel valutar le cose, perché troppo orgogliosi di se stessi. Trascorse un anno e giunse per Jack l’ultimo bicchiere, nella notte di Ognissanti, morì. Accortosi della propria morte, Jack, si diresse svelto svelto verso il Paradiso e, una volta giuntovi bussò, ma quelli, non appena lo videro gli dissero che non era lì il suo posto a causa della vita peccaminosa e dissoluta che aveva condotto in vita. Il posto per le anime come la sua era l’inferno, doveva andare al piano di sotto. Così Jack scese giù, giù, sempre più giù fino all’inferno.
Quando noi Irlandesi giungemmo in
America, c’era poche rape, così usammo le
zucche per tenere lontano Jack e gli spiriti
da lui guidati e, allo stesso tempo,
mostrare la strada agli spriti degli antenati
che vengono a visitarci.
«Tu? Cosa ci fai qui? Non è posto per te, va via.»
«Ti prego, disse Jack, in Paradiso non mi vogliono, se non mi fai entrare dove andrò?»
«Non è affar mio. Ho dato la mia parola che non avrei mai più preteso la tua anima e intendo mantenerla.»
«Ma la notte è buia e fredda, ti prego, dammi almeno qualcosa per scaldarmi e per illuminare il mio cammino!»
Allora il Diavolo prese un carbone dalla sua fucina, lo gettò a Jack e sbatté il portone.
Rimasto solo, Jack, cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa in cui mettere il tizzone per proteggerlo e farlo durare più a lungo. Fra i rifiuti della solita osteria, trovò una rapa cava, vi mise dentro il carbone e si costruì così una lanterna.
Da allora Jack vaga, senza meta, con la sua lanterna. Ogni anno, alla vigilia di Ognissanti torna sulla terra, guidando orde di anime perdute come lui.»
«Una rapa? Ma nonna, allora perché intagliamo le zucche?»
«Quando noi irlandesi giungemmo in America, c’erano poche rape, così usammo le zucche per tenere lontano Jack e gli spiriti da lui guidati e, allo stesso tempo, mostrare la strada agli spriti degli antenati che vengono a visitarci. Le zucche erano più grandi e belle così la gente dimenticò le rape e usó solo le zucche, ma, io ho una sorpresa, venite, venite a vedere cosa c’è dietro le zucche.»
«Nonna, ma è una rapa intagliata! è bellissima!»
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